Lo scorrere del tempo nelle opere di Roman Opałka

29 Settembre 2019


A otto anni dalla scomparsa, avvenuta nel 2011, Roman Opałka viene ricordato da un progetto espositivo che “unisce” Milano e Venezia. Dopo la retrospettiva che si è conclusa lo scorso 20 luglio nel capoluogo lombardo, l’attenzione sulla produzione dell’artista franco-polacco resta ancora alta nella storica cornice della Fondazione Querini Stampalia.

Al centro di entrambe le mostre è stata posta la ricerca OPALKA 1965 / 1-∞, alla quale l’artista ha destinato una significativa porzione della sua vita. Mosso dalla volontà di rappresentare, mediante una forma visiva identifica da numeri, lo scorrere del tempo, Opałka ha realizzato una serie di lavori su tela, in cui il titolo Détail è affiancato da cifre. Ciascuna delle opere di questa serie, avviata nel 1965, è dunque contrassegnata dalla presenza di numeri in successione, dipinti sulla tela con un pennello a punta fine. La saturazione dello spazio sulla tela identifica il momento in cui è necessario passare a un’altra.

Il capitolo veneziano del progetto retrospettivo Dire il tempo regala al pubblico l’opportunità di ammirare il primo e l’ultimo Détail, riuniti nella sede lagunare insieme a una serie di autoritratti fotografici e al suono della voce registrata dell’artista.

Infatti, come ha osservato nel testo la curatrice Chiara Bertola, “a Venezia, nel Museo della Fondazione Querini Stampalia, sono esposti il Détail n.1 e l’ultimo. Vederli insieme per la prima volta e poter cogliere il disegno completo di quella trama che l’artista un giorno ha deciso di tracciare è un’emozione fortissima e commovente“. Ad accompagnare i lavori di Opałka ci sono alcune opere dell’artista veneziana Mariateresa Sartori, a lui legata da un rapporto di amicizia.

[Immagine in apertura: Roman Opalka, OPALKA 1965/1 – ∞, Détail 1- 35327, 1965, Museum Sztuki, Lodz (Polonia) © Estate di Roman Opalka (Fonds de Dotation Roman Opalka + ADAGP, Paris) 2019. Courtesy Estate di Roman Opalka e Muzeum Sztuki, Lodz]