A Bologna il lavoro è una questione di abbigliamento

2 Febbraio 2020

WALEAD BESHTY Collector (Collezionista), Los Angeles, California, February 26, 2014 2014 courtesy of the artist and Regen Projects, Los Angeles © Walead Beshty

Le uniformi da lavoro sono il tema guida del nuovo progetto espositivo della Fondazione MAST di Bologna. Inaugurata in occasione dell’ultima edizione di Arte Fiera, la mostra UNIFORM INTO THE WORK / OUT OF THE WORK riunisce oltre 600 opere di fotografi di rilievo internazionale, proposte secondo due distinti “capitoli”. Da una parte, infatti, sono riuniti in una collettiva gli scatti di 44 autori che esaminano l’uso delle divise da lavoro, analizzandone anche i risvolti sociali. L’obiettivo del fotografo americano Walead Beshty, cui è invece riservata una monografica, si sofferma sul mondo dell’arte e sulla predilezione delle persone che ne fanno parte, con titoli e ruoli diversi, verso l’adozione di un “codice anti-uniforme”.

Una molteplicità di spunti di analisi e osservazione, dunque, che delinea dinanzi ai visitatori una panoramica ampia e approfondita. Nel percorso di La divisa da lavoro nelle immagini di 44 fotografi, questo il titolo della collettiva allestita nella PhotoGallery, si incontrano opere, tra gli altri, di Manuel Alvarez Bravo, Walker Evans, Arno Fischer, Irving Penn, Herb Ritts, August Sander, Paola Agosti, Sonja Braas, Helga Paris, Paolo Pellegrin, Sebastião Salgado e otto contributi video di Marianne Müeller.

I PROTAGONISTI

Ciascuno degli artisti selezionati riesce a indagare un aspetto peculiare dell’abbigliamento da lavoro. In tutto il mondo divise, uniformi e indumenti indossati anche con finalità protettive contribuiscono a definire l’identità professionale e, parallelamente, forniscono informazioni di base in merito all’appartenenza a un determinato gruppo sociale. L’occhio degli artisti, tuttavia, sonda in profondità la questione, andando oltre la divisione, comune in buona parte del mondo, tra “colletti blu” e “colletti bianchi”. Lo dimostrano, tra gli altri esempi in mostra, i nove ritratti di August Sander: tra i più famosi ritrattisti del XX secolo, nei suoi scatti ha restituito la simbiosi tra persona, professione e ruolo sociale.

Interessante, infine, anche il lavoro di Walead Beshty allestito nella Gallery/Foyer. Sono stati selezionati 364 ritratti tra quelli che l’artista ha realizzato, negli ultimi dodici anni, a personalità del mondo dell’arte, ovvero a membri del suo stesso ambiente di lavoro. In mostra vengono esposte in sette gruppi tematici — artisti, collezionisti, curatori, galleristi, tecnici, altri professionisti, direttori e operatori di istituzioni museali — e il risultato è, per certi versi, sorprendente. Infatti, nonostante la riluttanza delle donne e degli uomini fotografati verso un abbigliamento professionale uniformato e omologato, la loro comune ricerca di un’immagine unica e riconoscibile finisce per renderli facilmente associabili proprio al loro ambiente di appartenenza. Quasi ne fossero “prigionieri”.

[Immagine in apertura: Walead Beshty, Collector (Collezionista), Los Angeles, California, February 26, 2014 2014 courtesy of the artist and Regen Projects, Los Angeles © Walead Beshty]