Nome di riferimento della street photography internazionale, Jeff Mermelstein ha recentemente pubblicato un libro che raccoglie gli scatti rubati ai cittadini di New York intenti a scrivere messaggi dal loro telefonino. Un progetto dal taglio “voyeuristico” che solleva non poche domande sui confini tra sfera pubblica e privata.

Lo spirito di una città può emergere dal senso dei messaggi che si scambiano i suoi cittadini? O meglio, possono gli sms racchiudere e restituire qualcosa dell'anima di una comunità? A chiederselo, non senza ironia, è lo street photographer Jeff Mermelstein, autore di un inedito progetto fotografico iniziato come “divertissement” sul suo account Instagram e diventato, oggi, una ghiotta pubblicazione grazie alla casa editrice britannica Mack. Si tratta di #nyc, una raccolta di immagini di messaggi telefonici inviati dai cittadini di New York.GLI SCATTI RUBATI DI JEFF MERMELSTEINRicchi di abbreviazioni, acronimi, troncature e scelte linguistiche mirate alla sinteticità e all'istantaneità della comunicazione, i testi presentati in ognuna di queste fotografie racchiudono un'umanità distante eppure vicinissima a noi: amici che si consolano a vicenda nel mezzo di un momento difficile, persone che abbandonano il loro corso di yoga, discussioni "piccanti" fra due amanti e promemoria sulla data di scadenza degli alimenti in frigo.Catturati da Mermelstein con il suo smartphone in metropolitana o sbirciando segretamente i clienti di un ristorante, gli scatti consentono uno sguardo privilegiato su momenti intimi, commoventi, banalissimi e non di rado esilaranti. Un lavoro, infine, che solleva non pochi quesiti sui confini della privacy: nonostante non vengano mostrati né i volti né i nomi delle persone “catturate”, la serie di immagini è infatti un'intrusione disinvolta e senza remore nella sfera privata degli altri. La domanda che sorge spontanea è: quanto di noi stessi e della nostra intimità cediamo abitualmente in favore della tecnologia?[Immagine in apertura: una foto tratta da #nyc di Jeff Mermelstein. Courtesy l'artista e MACK]
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