A Cork, la galleria Glucksman ospita un originale progetto che indaga le connessioni tra cinema e danza. Protagonisti sono i film di artisti contemporanei che osservano il mondo del movimento, della coreografia e del balletto, usando il potere narrativo della telecamera.

Cosa avviene in una coreografia quando il movimento del danzatore si svolge "a favore di telecamere"? Quali sono le potenzialità comunicative del video quando è chiamato ad analizzare (e restituire) la potenza gestuale, l'emotività e l'intensità proprie dell'esibizione dal vivo di un performer? Questi e altri quesiti sono alla base del progetto che ha preso il via nei giorni scorsi alla galleria Glucksman dell'University College Cork, in Irlanda.La sede espositiva, ospitata nel pluripremiato edificio progettato dallo studio O'Donnell + Tuomey architects, accoglie il programma 1,2,3,4 Dance in contemporary artists’ films: una serie di proiezioni cinematografiche d'autore che nell'arco di quattro mesi esploreranno visioni, sperimentazioni e atmosfere della danza contemporanea. Curato da Chris Clarke, il progetto riunisce opere eterogenee che rivelano, in vari modi, l'affinità unica tra cinematografia e coreografia e il potere comunicativo delle due arti combinate insieme.CINEMA E DANZA IN DIALOGO A CORKProtagonisti della serie sono gli artisti Victor Alimpiev, Sammy Baloji, Anne Maree Barry, Loretta Fahrenholz, Liz Magic Laser, Úna Quigley, Jimmy Robert, Sriwhana Spong e Wu Tsang. I film che saranno presentati, sulla base di uno specifico calendario, illustrano le molteplici declinazioni della danza contemporanea: si passerà, infatti, dalle esibizioni soliste alle azioni sincronizzate, dalle interpretazioni avvenute in occasioni di iniziative pubbliche fino alle esibizioni a carattere estemporaneo, anche legate a generi che in anni recenti hanno conosciuto una notevole ascesa come l'hip hop.La prima parte di 1,2,3,4 Dance in contemporary artists’ films, visibile fino al 19 settembre, accende i riflettori sul lavoro di Sammy Baloji, Victor Alimpiev e della neozelandese Sriwhana Spong. In quest'ultimo caso, in particolare, viene mostrato Whether standing or sitting or lying or in some other position in the dark, un intervento del 2011 in cui a incidere nella percezione del movimento della ballerina, intenta in una serie di movimenti in solitaria e in silenzio, è la condizione di prevalente buio. Scandito in quattro capitoli, il progetto 1,2,3,4 Dance in contemporary artists’ films proseguirà fino al prossimo 19 dicembre.[Immagine in apertura: Jimmy Robert, Descendances du nu (still), 2016, filmed performance at Centre d'art comtemporain - la synagogue de Delme, photo - O.H. Dancy, courtesy of the artist and Tanya Leighton, Berlin]
PUBBLICITÀ