Danzatrice, membro della compagnia del Tanztheater Pina Bausch dal 1989 al 1999, Marigia Maggipinto sarà la prima artista a esibirsi nell'ambito del programma "Solo in Teatro", scritto dalla regista e coreografa Caterina Mochi Sismondi per la nuova stagione del Teatro Café Müller di Torino. Alla vigilia della sua esibizione, con lo spettacolo "Due ma non due", l'abbiamo raggiunta per una breve intervista.

Conto alla rovescia per il debutto di Solo in Teatro, l'innovativo programma scritto dalla regista e coreografa Caterina Mochi Sismondi per la nuova stagione del Teatro Café Müller di Torino. Un format inedito che intende sia favorire il ritorno del pubblico in sala, sia focalizzarsi sul lavoro degli artisti, portandoli al centro della scena, fisicamente e online, dopo le difficoltà degli ultimi mesi. Sabato 3 ottobre 2020, a calcare le scene del teatro torinese sarà la danzatrice italiana Marigia Maggipinto, membro della compagnia del Tanztheater Pina Bausch dal 1989 al 1999. Due ma non due è lo spettacolo al quale sta lavorando in questi giorni e di cui ci ha anticipato alcuni dettagli.INTERVISTA A MARIGIA MAGGIPINTOIl format Solo in Teatro prevede che le esibizioni dei performer selezionati vengano precedute da una residenza di sei giorni consecutivi. Un periodo di tempo in cui l'artista è affiancato da un fotografo e da un operatore video, che ne documentano il percorso artistico all'interno del Teatro Café Müller. Dal punto di vista dell'interprete, cosa rappresenta un ritorno alle scene di questo tipo, dopo l'esperienza della quarantena e del confinamento domestico?Sono molto grata di aver avuto questa opportunità. Per me il teatro è come essere a casa, come tornare in famiglia, come abbracciare una famiglia. È una sensazione meravigliosa. Passare le giornate qui, dalla mattina alla sera, cercando di creare, è fantastico.Quali immagina possano essere le reazioni da parte del pubblico che tornare ad assistere a spettacoli dal vivo?Spero che chi verrà a vedere lo spettacolo, che si svolgerà nel rispetto dei limiti attualmente in vigore, possa vivere sensazioni altrettanto belle.La scelta del Teatro Café Müller di ripartire con questo programma, che lei inaugurerà, sembra essere molto coraggiosa. Di fatto anche ai performer viene proposta un'esperienza di forte impatto...Sicuramente è coraggiosa, ma la vita è coraggio. Almeno per me. Dopo tutto quello che c'è stato in questi mesi, avere questa occasione è straordinario, perché attraverso l'arte si può provare a trasformare la realtà. Certo, alla vigilia ci sono sempre le ansie del caso, ma alla fine il coraggio, la passione e l'amore prevalgono su tutto.Cosa può anticiparci dello spettacolo al quale sta lavorando?Due ma non due, questo il titolo, è in divenire. L'idea alla base del progetto è portare alla luce quella che per me è una verità: nella vita possiamo pensare di essere separati, ad esempio nelle relazioni, sia tra individui, sia con la natura. Ma in realtà la dualità è solo un'illusione, non c'è.Come sarà restituita questa "dualità non dualità" nell'allestimento scenico?Ci saranno effetti di luce, oggetti sulla scena e molto altro: saranno tutte presenze che mi racconteranno. Proveremo a far emergere la mia identità, quello che sono.Scorrendo la sua biografia balza agli occhi il decennio trascorso nella compagnia del Tanztheater di Pina Bausch. Quale ritiene sia l'eredità, viva e tangibile, di questa esperienza nella sua carriera e nella sua esistenza?Tutto è molto soggettivo. Tanti danzatori hanno avuto questa grande fortuna di lavorare con un mito, un'icona come Pina Bausch. Per quella che è la mia esperienza, posso dire che questo percorso non insegna un metodo: insegna un diverso modo di guardare alla vita. Produce una trasformazione totale soprattutto a livello umano, nel modo di vivere, di relazionarsi ad altri esseri umani, di guardare a tutte le creature. Molto al di là della danza.[Immagine in apertura: Marigia Maggipinto, Due ma non due, photo Andrea Macchia]
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