Un racconto per immagini dedicato al legame fra comunità umane, fenomeni naturali e luoghi d'arte, incrinato dalla violenza dei terremoti e ogni volta ricostruito con speranza e volontà. È questo il tema del documentario “ArtQuake – L’arte salvata”, premiato all'“International Archaeology Film Festival” di Spalato.

Come ricucire il legame tra uomo e natura dopo una catastrofe ambientale? Come tornare a vivere lo spazio abitativo e quello della comunità, rinsaldando le trame sociali messe a dura prova dalla forza dirompente del terremoto? Prende le mosse da queste domande ArtQuake – L’arte salvata, il documentario di Andrea Calderone dedicato alla fragilità del patrimonio storico -artistico italiano: un patrimonio immenso, unico al mondo, eppure spesso sottoposto a un elevato rischio sismico che ne minaccia l'integrità e la sopravvivenza.Realizzata nel 2017, e già premiata lo scorso anno all’Arkhaios Film Festival di Pittsburgh, la pellicola si è recentemente aggiudicata un nuovo riconoscimento, ottenendo il terzo posto alla sesta edizione dell'International Archaeology Film Festival di Spalato, in Croazia. Un premio prestigioso, che testimonia l'attualità del tema affrontato e l'importanza della tutela dei beni pubblici presenti non solo sul territorio nazionale.IL DOCUMENTARIO ARTQUAKEPer mezzo di riprese nelle location più significative, il film evidenzia la necessità di azioni di salvaguardia di edifici, strutture antiche e opere d'arte messe a dura prova dal sisma, chiamando in causa esperti di diverse discipline e testimoni dei tragici eventi.Da Amatrice al “bunker” di Spoleto, dal Grande Cretto di Alberto Burri – costruito sui luoghi distrutti dal terremoto del Belice nel 1968 – al celeberrimo recupero delle vele della Basilica Superiore di Assisi, gli esempi offerti allo spettatore sono molteplici, tutti accomunati da un unico filo rosso: il desiderio di rispondere alla furia dei terremoti anche attraverso la difesa del patrimonio artistico.
PUBBLICITÀ