Prosegue la sperimentazione intrapresa dal MAMbo di Bologna durante i mesi di pandemia, spostandosi, questa volta, dalla sfera digitale a quella della corrispondenza postale. Il museo ha infatti recentemente inaugurato "Dear you", il progetto che porta le opere d'arte direttamente a casa.

Giorni di stasi. Giorni di inerzia. Minuti che passano pesanti avvicinandoci a un futuro che nasconde incertezza: quale sarà il mondo di domani? E se la strada davanti ci appare sfocata, il presente non è da meno, carico di interrogativi e speranze in attesa della nuova stagione. L'arte, in tutto questo, interviene come consolazione, come lettura del tempo che stiamo vivendo e allo stesso tempo “lenitivo” contro gli acciacchi del mondo. Lo sa bene Caterina Molteni, curatrice di Dear you, l'ultimo progetto del MAMbo di Bologna.Pensato in risposta alla condizione di fragilità che domina le nostre giornate, e vista la difficoltà per molti di noi a visitare la sede dell'istituzione diretta da Lorenzo Balbi, il progetto è una sorta di mostra in progress. Una mostra, tuttavia, diffusa e frammentata, che ha la sua essenza non tanto nell'“oggetto” artistico quanto nei “soggetti” chiamati a dialogare intorno a esso.IL NUOVO PROGETTO DEL MAMBOCompilando un apposito pandemia, permettendo la comunicazione e la fruizione delle opere d'arte fisiche anche oltre i confini geografici.[Immagine in apertura: Dora García, THE PLAGUE, 2018. Presso ProjecteSD, Barcellona. Photo Roberto Ruiz]
PUBBLICITÀ