Il Guggenheim di Bilbao si prepara alla grande rassegna dedicata agli anni Venti del Novecento: un periodo di contraddizioni, caratterizzato dai traumi della guerra e della pandemia, e dalla rinascita culturale che a esse seguì. Un progetto con più di un riferimento al nostro presente...

È passato un secolo esatto dagli anni Venti del Novecento: un periodo cronologicamente lontanissimo, eppure vicinissimo per corrispondenze e affinità con la nostra epoca. A ben vedere, infatti, i possibili parallelismi tra quel frangente di storia e il nostro presente sono molteplici. Uno su tutti, il trauma causato dalla cosiddetta “influenza spagnola”, il virus che mise in ginocchio il mondo intero provocando la morte di decine di milioni di persone nel mondo.Già affranta dalla Prima Guerra Mondiale, e umiliata da una recessione economica senza precedenti, la società del tempo trovò nella pandemia il peggior nemico da dover fronteggiare: un nemico invisibile e spietato, che dimezzò drasticamente la popolazione mondiale portando la comunità allo stremo come mai era successo prima. È per queste ragioni che, una volta debellato il virus, il mondo rifiorì, desideroso di tornare alla vita dopo anni di buio. La nuova mostra in arrivo al Guggenheim Museum di Bilbao è un omaggio a quegli anni carichi di contraddizioni: uno sguardo sul contesto culturale di quel tempo e, soprattutto, un invito implicito a trasformare le difficoltà del momento in risorse, vivendo le esperienze traumatiche del presente con ottimismo in vista del domani. Proprio come avvenne un secolo fa.UN'IMMERSIONE NEGLI ANNI VENTICurata da Cathérine Hug e Petra Joos, la rassegna I folli anni Venti è uno stimolante percorso immersivo nel periodo appena successivo alla Prima Guerra Mondiale. Un periodo che, nonostante le ferite causate dalla crisi bellica, economica e sanitaria, trovò nell'arte un terreno fertile sul quale seminare. Aperta a partire dal prossimo 7 maggio, la mostra presenta oltre trecento oggetti afferenti a discipline diverse: dalla pittura alla scultura, dal disegno alla fotografia, dal cinema al design all'architettura. L'obiettivo, appunto, è offrire uno sguardo sulla vivacità culturale successiva ai traumi della guerra e della pandemia, attraverso sette “capitoli” narrativi dedicati a sguardi diversi sul tema.Allestito fino al 19 settembre, e forte del contributo del regista teatrale Calixto Bieito – direttore artistico del Teatro Arriaga di Bilbao e curatore dell'allestimento –, il progetto espositivo chiama a raccolta artisti del calibro di Max Ernst, René Magritte e Constantin Brâncuși, autori di riferimento delle varie correnti estetiche del primo Novecento. I progressi nell'ambito del design sono invece rappresentati dagli oggetti di arredamento di Gerrit T. Rietveld e del Bauhaus, mentre non mancano riferimenti alla moda e all'intrattenimento, segnati dall'esplosione del cinema e della danza nelle sale di Berlino e Parigi. Un progetto accattivante, e un invito a trasformare le difficoltà del presente in energia creativa per il futuro.[Immagine in apertura: Theodore Lux Feininger Xanti Schawinsky, Untitled, ca. 1927. Black and white photograph, painted. Plate: 23.2 × 17.9 cm. Private collection, Zurich© The Xanti Schawinsky Estate / Nachlass Theodore Lux Feininger 2021 ]
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