Quali sono le contaminazioni tra musica e letteratura? E quali gli artisti che, nel corso della loro carriera, sono riusciti a far convivere queste due sfere? Il nuovo libro di Marco Denti si sofferma sul tema, analizzando circa cento autori eccellenti: da William Burroughs a Leonard Cohen, da Patti Smith a Billy Corgan e Lou Reed.

“Chiamo canzone tutto quello che posso cantare. Chiamo poesia tutto quello che non posso cantare. Chiamo romanzo tutto quello che non posso cantare o che come poesia è troppo lungo”. A pronunciare queste parole è Bob Dylan, forse l'artista che salta prima in mente se si pensa alle contaminazioni tra musica e scrittura (o, se preferite, tra parola scritta e parola cantata).Premio Nobel per la letteratura nel 2016, il menestrello di Duluth è solo uno dei tanti protagonisti di Storie Sterrate, il nuovo volume di Marco Denti. Edito da Jimenez – la casa editrice romana già nota per l'affascinante raccolta di racconti ispirati alle tombe dei grandi poeti –, il libro è un omaggio agli straordinari “sconfinamenti” tra queste due galassie: da una parte musicisti che hanno ceduto al canto delle sirene della poesia, dall'altra scrittori e poeti che (seppur in maniera minore rispetto ai primi) hanno vestito i panni di songwriter.NON SOLO BOB DYLANAnche se gli esempi potrebbero essere davvero infiniti, l'autore del saggio (forte di oltre trecento pagine fitte di rimandi, citazioni e suggestioni critiche) riunisce circa cento artisti tra i più noti al grande pubblico: dallo chansonnier Leonard Cohen, a sua volta poeta e scrittore raffinatissimo, a Jim Morrison, sceneggiatore beat prima di diventare il “Re Lucertola” che tutti conosciamo.E poi ancora Stephen King, Patti Smith, Lou Reed, Bruce Springsteen (nell'immagine in apertura) e Nick Cave: mostri sacri del nostro immaginario collettivo che, in questo humus fatto di canzoni e poesia, sono riusciti a far germogliare creazioni passate alla storia. In fondo, che la si chiami musica o scrittura, sempre di parola si tratta.
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