Si chiama Aten e sarebbe stata fondata dal faraone Amenhotep III circa 3000 anni fa: l'ultima sorprendente scoperta archeologica che arriva dall'Egitto potrebbe contribuire in maniera decisiva a fare luce sulla vita in un centro amministrativo e produttivo dell'antica civiltà.

C'è fermento nel mondo dell'archeologia in seguito all'annuncio del ritrovamento di Aten, l'antica città egizia risalente a circa 3000 anni fa riaffiorata dal sottosuolo nei pressi di Luxor e a lungo ritenuta perduta. A pochi giorni dall'eccentrica parata delle mummie di alcuni faraoni per le strade del Cairo, organizzata per celebrare l'apertura del Museo Nazionale della Civiltà Egizia, l'attenzione internazionale torna a concentrarsi sul Paese grazie alla notizia degli esiti di una campagna di scavo che, come ha sottolineato l'archeologo ed ex ministro per le Antichità Zahi Hawass, era stata promossa con altre finalità.Avviata nei mesi scorsi e concentrata nell'area tra il tempio di Ramses III a Medinet Habu e il tempio di Amenhotep III a Memnon, la ricerca era stata infatti promossa per riportare alla luce il tempio funerario di Tutankhamon. Eppure, come spesso avviene in ambito archeologico, i risultati conseguiti hanno finito per sorprendere gli specialisti coinvolti nell'operazione.ECCO COM'ERA LA CITTÀ PERDUTA DELL'ANTICO EGITTOIl faraone Amenhotep III, guida dell'Egitto dal 1391 al 1352 a.C., sarebbe stato l'artefice della fondazione di Aten, destinata a imporsi tra i principali centri amministrativi del regno. A conferma di questa datazione ci sarebbero numerosi reperti archeologici, fra cui anelli, scarabei, vasi di ceramica colorata e mattoni di fango identificati da un sigillo inequivocabile. La città si presenta oggi in un buono stato di conservazione, con aree ancora provviste di mura e di porzioni di abitazioni, al cui interno sono stati rinvenuti strumenti e utensili legati alla vita quotidiana. Ed è probabilmente questo aspetto a suscitare il maggior interesse da parte degli archeologici: con ogni probabilità, la scoperta di questa "città perduta" consentirà di estendere lo sguardo sulle attività e sulle abitudini che scandivano le giornate dell'antica civiltà egizia, conosciuta ovunque nel mondo per la peculiare interpretazione dell'esistenza dopo la morte e per le monumentali architetture funerarie.[Immagine in apertura: Photo by Hana El Zohiry on Unsplash]
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