A un anno dalla sua scomparsa, Silvana Editoriale – in collaborazione con Studio Celant – pubblica uno degli ultimi lavori del celebre critico d'arte e curatore Germano Celant: un libro di oltre 560 pagine dedicato alle 34 mostre da lui progettate in vita.

È passato quasi un anno da quel 29 aprile, giorno nel quale Germano Celant salutò per sempre il mondo dell'arte vittima del virus. Nome di riferimento della critica italiana, e teorico del movimento dell'Arte Povera, il curatore genovese (nato nel 1940) sarà presto protagonista di un nuovo, poderoso, volume dedicato alla sua pratica esemplare. A portarlo sugli scaffali è Silvana Editoriale, la casa editrice che – in collaborazione con Studio Celant – ha deciso di dare alle stampe uno degli ultimi lavori del celebre autore: un libro imponente per forma e per sostanza, ricco di oltre 560 pagine in parte redatte dallo stesso protagonista.In uscita il prossimo 30 aprile, The Story of (my) Exhibitions è un percorso cronologico ed emozionale all'interno della ricerca e della pratica del curatore, che mette in luce gli esiti più importanti da lui raggiunti nel corso della sua parabola professionale, dal 1967 al 2018.IL MESTIERE DEL CURATORESono in totale 34 le mostre da lui progettate e curate, a partire dal primissimo debutto dell'Arte Povera nell'omonima mostra alla Galleria La Bertesca di Genova. A quel primo episodio (datato 1967) seguiranno i progetti dedicati alle vicende contemporanee internazionali con Conceptual art Arte povera Land art alla Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino (1970), per poi approdare nel 1976 alla grande mostra sul tema Ambiente/Arte, alla Biennale di Venezia. Le epoche più recenti sono invece segnate dal progetto sull'arte e sul cibo Arts & Foods alla Triennale di Milano (2015), ma soprattutto da Post Zang Tumb Tuuum. Art Life Politics: Italia 1918-1943, la colossale mostra ospitata dalla Fondazione Prada a Milano nel 2018.Con oltre trecento immagini in parte inedite, documenti e scritti critici mai prima d'ora raccolti in maniera così completa e ragionata, il volume è un omaggio a uno dei protagonisti assoluti dell'arte italiana del Novecento, al suo metodo di lavoro e alla tensione culturale che ne caratterizzò il percorso.L'ULTIMO PROGETTO DI GERMANO CELANT“Celant stava lavorando da tempo a un progetto editoriale che fosse la sintesi della sua ampia indagine critica e questo volume, di cui ha seguito tutte le fasi di lavorazione, ne rappresenta l’esito”, hanno dichiarato i collaboratori di Studio Celant. “In ognuna delle mostre presentate al suo interno è possibile riconoscere il metodo curatoriale attraverso il quale, avvalendosi di diversi linguaggi e media differenti nell’accostare opere d’arte e materiale documentario, giungeva alla creazione del dispositivo ‘mostra’. Lo Studio Celant ha lavorato insieme all’editore Silvana Editoriale per fare in modo che la pubblicazione fosse realizzata seguendo la sua idea originale”.[Immagine in apertura: Germano Celant all’interno della mostra Post Zang Tumb Tuuum. Art Life Politics: Italia 1918-1943, Fondazione Prada, Milano, 2018. Photo by Ugo Dalla Porta. Courtesy Fondazione Prada, Milano]
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