Prima dei social network e degli smartphone, migliaia di ragazzi – muniti di mappe approssimative – attraversavano la periferia in cerca di grandi capannoni e fabbriche abbandonati. È qui che avvenivano i rave: riti collettivi e liberatori in cui le persone si fondevano in un unico ritmo pulsante. Il nuovo fumetto di Roberto Grossi racconta quegli anni irripetibili e vibranti.

“È ora di togliere il coperchio che copre questa città di macerie. Questa gigantesca pentola dimenticata sul fuoco a bollire... piena di rabbia covata, di frustrazioni represse, di costrizioni subite. Togliamo il coperchio. Facciamoli ballare!”. A pronunciare queste parole è Torazina, protagonista – insieme alla sua banda di amici – del nuovo fumetto di Roberto Grossi Cassadritta: un omaggio alla scena dei rave illegali degli anni Novanta.UN FUMETTO SUI RAVE PARTYSiamo a Roma, nel 1995. In auto, in motorino, seguendo le indicazioni di flyer e mappe approssimative, un gruppo di ragazzi decide di dare vita al primo rave illegale della primavera. A ospitare l'evento è un grande capannone in rovina situato nella periferia della Capitale: un “mostro” edilizio sottratto alla speculazione e “restituito” alla comunità. Anche solo per poche ore.È qui che decine e decine di ragazzi arrivano da ogni angolo del territorio, con un unico obiettivo: fare baldoria fino allo sfinimento, ballare musica techno e soprattutto riappropriarsi degli spazi vuoti della città.UN TUFFO NEL PASSATOEdito da Coconino Press, il fumetto è una storia serrata, fatta di immagini in bianco e nero che si susseguono in maniera “cinematografica”, conducendo il lettore nel fervore di quel periodo irripetibile e vibrante. Un salto nella controcultura più autentica e profonda, e nelle aspirazioni umane e sociali di quella stagione. La domanda, a conclusione dell'ultima pagina, resta solo una: cosa rimane oggi di quella voglia spregiudicata di cambiare la città?[Immagine in apertura: Roberto Grossi, Cassadritta, Coconino Press, Roma 2021. Immagine di copertina. Courtesy l'editore]
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