Dal 2012, Gulìa Urbana trasforma i piccoli centri di provincia in musei open air di arte urbana. L’edizione di quest’anno è partita dai luoghi e dalle tradizioni della comunità Arbërëshe, rivitalizzando Santa Sofia d’Epiro con le opere di Artez, Slim Safont, Claudio Morne e SteReal.

Nel dialetto calabrese, il termine “gulìa” indica una smania, una voglia irrefrenabile. Ed è, appunto, un desiderio incontrollabile di agire sul tessuto urbano che dal 2012 trova realizzazione nella rassegna itinerante dedicata alla street art Gulìa Urbana.Ideata e sviluppata dal collettivo Rublanum, la kermesse prende forma in una serie di piccoli centri e borghi in tutta la regione e li arricchisce con le opere murali di artisti italiani e internazionali. Non si tratta di un’operazione effimera, e i murales sono fatti per integrarsi a lungo termine nel tessuto urbano: tra gli obiettivi principali, condivisi con altre iniziative simili in Italia e all'estero, c’è, infatti, la “rifunzionalizzazione” di luoghi poco valorizzati, o comunque defilati rispetto ai circuiti principali, attraverso la creatività contemporanea.STREET ART A SANTA SOFIA D’EPIROL’edizione 2021 di Gulìa Urbana si è aperta con un intervento a Santa Sofia d’Epiro, uno dei paesi abitati dalla comunità Arbërëshe calabrese. Le loro usanze hanno ispirato gli street artist coinvolti, che le hanno rilette in maniera originale nei loro lavori: il serbo Artez, nel suo pezzo Woman With Flowers, ha per esempio ritratto una ragazza nell’atto di stringere tra le braccia un vaso di fiori tipici della zona, mentre il giovane spagnolo Slim Safont ha rappresentato un uomo anziano e la foto ricordo del suo matrimonio in abiti tradizionali e Claudio Morne ha scelto come soggetto una ballerina in costume. Nelle prossime settimane la rassegna toccherà numerosi altri comuni calabresi, da Lamezia Terme a Bianchi, passando per Belsito, Diamante, San Giorgio Albanese e altri ancora.[Immagine in apertura: Slim Safont ‒ Santa Sofia d'Epiro 2021. Photo Iacopo Munno]
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