Fino al 30 novembre il museo “sotterraneo” Cisternerne di Copenhagen ospita “Event Horizon”, la nuova personale di Tomás Saraceno. Una riflessione sull'invisibile e sulla prospettiva di un mondo post-pandemia.

Sembra suggerire la possibilità di un mondo nuovo la mostra recentemente inaugurata a Copenhagen da Tomás Saraceno. Un mondo ignoto, nel quale addentrarsi a luce spenta e con la fiducia di chi non ha nulla da perdere. Rimandato lo scorso anno a causa della pandemia, Event Horizon è un “viaggio” oscuro all'interno di un ambiente per certi versi post-apocalittico (o post-pandemico). Le assonanze rispetto al tempo che stiamo vivendo sono forse una coincidenza, ma amplificano il tema del progetto donando spunti di riflessione impensabili al momento della sua stesura.Ad accogliere l'esposizione è infatti Cisternerne, il museo di arte contemporanea nato negli ambienti sotterranei della struttura un tempo preposta al filtraggio delle acque della capitale danese. Un ex serbatoio idrico, insomma, trasformato in luogo culturale nonostante l'aspetto ancora oggi fortemente evocativo e ancorato al suo passato.TOMÁS SARACENO IN DANIMARCAAperta fino al 30 novembre, la mostra è un omaggio all'anima di questo luogo speciale, capace di sintetizzare nei suoi 4mila metri quadrati ambizioni tecniche e dialogo con la natura. Nelle vasche e nei canali d'acqua che ancora oggi caratterizzano il percorso di visita, il silenzio è interrotto solo dallo stillicidio di gocce che cadono dall'alto. Le pareti in calcestruzzo enfatizzano la solitudine e la distanza dal resto del mondo, e la luce del sole è un ricordo che diventa via via più lontano con il passare dei minuti trascorsi sotto la superficie del suolo.Qui, in questo ambiente magico e a tratti spettrale, l'artista argentino – acclamato in tutto il mondo per le sue sculture aerosolari e recentemente protagonista al Garage Museum of Contemporary Art di Mosca – ha installato una serie di grandi sfere e strutture effimere illuminate da sottili giochi di luce. Riflesse sulla superficie dell'acqua, le opere si adeguano allo spazio, galleggiando e interagendo come pianeti fluttuanti e connessi con l'altrove. Visitabile soltanto su piccole barche da quattro posti ciascuna, il progetto ci ricorda la precarietà del mondo esterno e la nostra imprescindibile connessione con esso.[Immagine in apertura: Tomás Saraceno. Event Hoizon,  Cisternerne 2020. Photo Torben Eskerod]
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