Inaugurata pochi giorni fa nella suggestiva Sala della Capriate del Palazzo della Ragione di Bergamo, la mostra di Ernesto Neto celebra tutta l'energia dell'esistenza e invita a mettere in discussione pregiudizi millenari.

Dopo i lunghi mesi di confinamento dovuti alla pandemia, è forte il desiderio di tornare a dialogare con il mondo nel quale siamo immersi, specie se ad aiutarci nell'impresa è l'intervento degli artisti. Va in questa direzione la mostra inaugurata pochi giorni fa nella Sala delle Capriate del Palazzo della Ragione a Bergamo, sede estiva, per il quarto anno consecutivo, della GAMeC.Mentre la vita ci respira – SoPolpoVit’EreticoLe, a cura di Lorenzo Giusti, cede il passo alle installazioni multisensoriali di Ernesto Neto, artista brasiliano classe 1964, impegnato da anni in una ricerca sulle potenzialità della materia come strumento per sanare le ferite della società contemporanea. Non a caso, la mostra è un preludio a Nulla è perduto. Arte e materia in trasformazione, la rassegna ospite della GAMeC a partire dal prossimo autunno.L'ARTE DI ERNESTO NETONel titolo, le parole "sole”, “polpo”, “vita” ed”eretico” raggiungono nuove combinazioni, dando forma a un'idea di musicalità e di movimento che si ritrova anche nella installazione centrale della mostra: un polpo disegnato sul pavimento della sala, pronto ad accogliere il pubblico e a offrire un momento di pausa e di relax (nell'immagine in apertura, photo Lorenzo Palmieri). Le pietre, la paglia, ma anche le piante, le spezie e le erbe medicinali che compongono l'installazione rimandano ai temi dell'ecologia, della spiritualità e del ritualismo.In particolare, Neto parte dal concetto di eresia per riflettere sugli stereotipi a esso collegati fin dal Medioevo, epoca in cui le accuse di stregoneria ricadevano pesantemente sulle donne, decretandone la morte sul rogo. L'artista invita quindi a liberarsi dell'opprimente fardello di un'eredità storica che fa leva sul pregiudizio azzerando le tante sfumature della spiritualità.
PUBBLICITÀ