La Svizzera scopre la Cina. Con St. Moritz Art Masters

21 Agosto 2013


Uno spettacolare museo diffuso, chiamato ad accogliere per una decina di giorni almeno trenta tra mostre e interventi, dibattiti e performance. Si tiene in Engadina il St. Moritz Art Masters, appuntamento che dal 23 al 30 agosto porta in Svizzera alcuni tra i maggiori protagonisti del contemporaneo. Chiedendo loro di misurarsi con spazi pubblici e inedite situazioni espositive, contribuendo ad alimentare il dibattito attorno all’evoluzione dei linguaggi dell’arte.

Bronzi di piccolo formato quelli creati da Jan Fabre a partire dal 2006 ed oggi in mostra all’Engadiner Museum; medesimo materiale per il grande albero che Ai Weiwei pone nella Chiesa protestante di St. Moritz, copia perfetta dell’originale scultura in legno conservata a Pechino. Suona come l’omaggio ad una ancestrale divinità femminile, invece, il colosso in acciaio che David Cerny colloca a Zuoz, in una sognante celebrazione della maternità.

Inquieti i tableaux vivent digitali che Bob Wilson allestisce nella Chiesa francese di St. Moritz: toni shakespeariani per la sua Snowly Owl , con le gigantografie di spettrali civette ad animarsi improvvisamente, spezzando con eleganza l’illusorio equilibrio creato tra l’opera e il suo pubblico. Mente Enzo Cucchi porta in Svizzera i bozzetti per le illustrazioni originali di Bellante , suo libro d’artista: e Mimmo Jodice – insieme a Steve Mc Curry – è tra i protagonisti di un’ampia sezione dedicata alla fotografia.

L’attenzione della rassegna punta decisa verso la Cina, nazione da imparare a conoscere anche attraverso le sue più alte espressioni culturali. Si annuncia ricco di spunti di riflessione l’incontro con Liu Heung Shing, fotoreporter di razza, vincitore del premio Pulitzer grazie al lavoro di documentazione che ha raccolto nei giorni della rivolta di piazza Tienanmen; effetti magici per le minimali installazioni luminose di Su-Mei Tse, Leone d’oro alla Biennale del 2003.