Tra cinema e moda: Jean-Paul Gaultier in mostra a Brooklyn

29 Ottobre 2013


È profondo innovatore dei linguaggi dello stile e della moda. Fin da quando, erano gli Anni Settanta, ha presentato in una poetica Parigi le sue prime fantasiose creazioni: sempre segnate da un estro visionario, da una spiccata e conturbante teatralità. Jean-Paul Gaultier è uno straordinario costumista della contemporaneità, come dimostra la sua eccezionale predisposizione per il cinema. Punto fondamentale di una retrospettiva ad alto tasso tecnologico.

È partita da Montreal e si è poi spostata a Dallas, San Francisco, Madrid, Rotterdam e Stoccolma. Torna ora negli States, nelle sale newyorchesi del Brooklyn Museum, la mostra che fino a fine febbraio indaga l’immaginario di uno tra i più eclettici stilisti del presente. Giocando con un allestimento interattivo che anima grazie ai nuovi media i quasi centocinquanta manichini esposti, trasformati da mute grucce a loquaci ciceroni che accompagnano il visitatore all’interno del mondo del celebre couturier.

Volti animati in digitale che dialogano e raccontano, tra aneddoti e piccoli segreti del mestiere, documentando l’inimitabile verve creativa di Gaultier. Scorrendo lungo un allestimento che tocca sette diversi aspetti tematici del suo lavoro, soffermandosi con particolare attenzione sulla collaborazione con i grandi del cinema: partendo dai costumi di scena per i film di Pedro Almodovar e arrivando agli abiti indossati da Marion Cotillard e Sarah Jessica Parker sui più esclusivi red carper del mondo.

Spazio poi alla succinta lingerie disegnata per gli show di Madonna, ma anche alle iconiche bottiglie del Gaultier profumiere. Fino a quello che rappresenta un tenero e significativo pezzo da museo: risale al 1957 e porta sulla sua pelle di stoffa tutto il peso degli anni la piccola Nana, orsacchiotto su cui un Jean-Paul bambino già appuntava spilli e prime stentate cuciture. Lasciando presagire un’innata attenzione per la moda.