Anche i Nirvana nella Rock and Roll Hall of Fame

17 Dicembre 2013


Le regole parlano chiaro. Si può entrare nella Rock and Roll Hall of Fame, autentico mausoleo della musica contemporanea, solo dopo venticinque anni dalla pubblicazione della propria prima fatica discografica. E così, calendario alla mano, capita che allo scadere esatto dei termini previsti dal regolamento l’onore tocchi a chi – nel bene e nel male – ha incarnato nel modo più fedele lo spirito del rock. I Nirvana di Kurt Cobain.

Rivelati i nomi delle band e degli artisti che a seguito della cerimonia del prossimo mese di aprile faranno il proprio ingresso trionfale nel museo di Cleveland, Ohio: l’uscita del loro primo singolo (Love Buzz ) nel 1988 vale come lasciapassare per la band di Seattle, che accede al tempio del rock insieme ad altri grandi nomi. Partendo da quello dei Kiss: la loro candidatura ha avuto la meglio rispetto a quella di mostri sacri del calibro dei Deep Purple. Per Ian Gillian e soci se ne riparla il prossimo anno…

Ad essere eletti anche Cat Stevens e Peter Gabriel, quest’ultimo autore di una “doppietta” – in qualità di membro dei Genesis è nella Hall of Fame dal 2010; e poi il duo composto da Daryl Hall e John Oates e la E-Street Band di Bruce Springsteen. Va a due figure fondamentali l’Ahmet Erdogun Award, riservato a chi, pur non essendo musicista, ha avuto un ruolo determinante per la storia del rock: quest’anno il premio viene assegnato a Andrew Loog Oldgham, storico manager dei Rolling Stones e alla memoria di Brain Epstein, l’impresario artefice del boom dei Beatles.

Suona come riconoscimento ad una carriera straordinaria, ma al tempo stesso sensibile gesto di solidarietà e vicinanza nei confronti di un’artista sfortunata. Ad essere accolta nella Hall of Fame è anche Linda Ronstadt, eroina del folk-rock ritiratasi dalle scene perché colpita dal morbo di Parkinson: una parabola artistica, la sua, interrotta bruscamente dopo quarant’anni di grandissimi successi.