Milano saluta Abbado: emozione alla Scala

28 Gennaio 2014


Una folla commossa, compita, silenziosa si accalca a Milano in Piazza della Scala. Le porte del teatro si schiudono: ma nessuno entra. La sala resta vuota per l’ultimo omaggio a chi ha legato il proprio nome in maniera indissolubile e inestricabile allo storico palcoscenico, segno di rispetto in passato riservato solo alle più grandi bacchette di sempre, Arturo Toscanini in testa. Va in scena l’ultimo saluto a Claudio Abbado, scomparso nei giorni scorsi all’età di ottant’anni.

La piazza e le vie limitrofe, eccezionalmente chiuse al traffico, si gonfiano lentamente della musica che prorompe irrefrenabile dal teatro, corre lungo i corridoi e si riversa all’esterno. In pedana Daniel Barenboim, sul palco gli orchestrali scaligeri a interpretare il terzo movimento dell’Eroica di Beethoven. È sulle note di una Marcia Funebre che si consuma l’addio della città all’uomo che ne ha trasformato il teatro. Portandolo, in quasi vent’anni di direzione, ad essere un’eccellenza di livello internazionale.

“È stato un pioniere”  ricorda Barenboim “che ha lavorato con musicisti giovani, stimolandoli e sostenendoli, durante tutta la sua carriera. Ha dato così un esempio al mondo” . Commossa anche la riflessione di Stéphane Lissner, sovrintendente e direttore artistico della Scala, che si concentra sulla grande lezione impartita da Abbado: “la sua idea della musica e del teatro non vedeva separazioni con il mondo che viviamo. Per questo abbiamo cercato di fare teatro, in questi anni, un po’ seguendone le tracce”.

Si moltiplicano intanto le iniziative che intendono eternare a Milano il ricordo di Abbado. Con il sindaco Giuliano Pisapia ad annunciare l’intitolazione al Maestro della Civica Scuola di Musica di Villa Simonetta. Ma la proposta più suggestiva arriva dai sindacati che tutelano i lavoratori del teatro: sono loro a chiedere che in Piazza della Scala venga piantato un ulivo, a memoria dell’insolito cachet che Abbado chiese per tornare a esibirsi in città nel 2009. Nemmeno un centesimo, per sé, ma la piantumazione di 90mila alberi.