Sherlock Holmes: il mito tra musei e tv

14 Gennaio 2014


È patrimonio inalienabile della cultura internazionale, presenza leggendaria che alberga nell’immaginario collettivo. Ed ora, allo scadere dei termini dei diritti esercitati dagli eredi del suo autore, si ampliano potenzialmente all’infinito le possibilità che lo vedono protagonista di revival letterari e cinematografici. Il 2014 ha un protagonista annunciato: è Sherlock Holmes, l’investigatore più celebre di tutti i tempi. Frutto della sconfinata fantasia di Arthur Conan Doyle.

A scaldare i motori è la capitale britannica, con il Museum of London che prepara per il prossimo autunno la più grande retrospettiva dedicata al personaggio negli ultimi sessant’anni. Un appuntamento che arriva forte dello straordinario successo – oltre 100mila visitatori – di un altro recente evento espositivo dedicato ad eroi “di carta”: quello che ha visto documentare attraverso opere d’arte, cimeli e immagini d’epoca l’immaginario di Charles Dickens.

In mostra le prime edizioni dei romanzi di Conan Doyle, ma anche un ricco apparato fotografico che ricostruisce la Londra vittoriana teatro delle gesta di Holmes e del fido Watson; insieme ai quadri dei paesaggisti dell’epoca, da John O’Connor a John Anderson, nella definizione di un panorama che gioca sapientemente tra fascinazione letteraria e realtà storica, costruendo una rete di intriganti suggestioni.

Il mito dell’impassibile investigatore continua, intanto, ad essere alimentato sia sul piccolo che sul grande schermo. È partita in queste settimane su BBC One la quarta stagione di Sherlock  , il serial interpretato da Benedict Cumberbatch (protagonista di Parade’s End ), che con oltre nove milioni di spettatori per il primo episodio diventa la premiere più vista nella storia della televisione inglese. Il tutto mentre Jude Law assicura, in una recente intervista, che la Warner Bros. sta elaborando il terzo capitolo della saga che lo vede vestire i panni di Watson, accanto a un eccentrico Robert Downey Jr.

[nella foto: Alex Werner, curatore della mostra al Museum of London , ispeziona una delle opere esposte]