Fuorisalone: la factory di Maurizio Cattelan in Piazza Affari

10 Aprile 2014


Si è presentato all’appuntamento con una pioggia di banane stampate sulla camicia, rimando chissà quanto involontario ad una delle opere iconiche di Andy Warhol. Da tempo il lavoro che conduce in team viene accostato per versatilità ed eclettismo a quello della leggendaria Factory del re della Pop Art: Maurizio Cattelan si cala magnificamente nella parte e anima con la squadra di Toilet Paper, la sua rivista d’artista, una delle notti più eccentriche del Fuorisalone.

Appuntamento in Piazza Affari, ovviamente all’ombra dell’opera che ha scelto di donare provocatoriamente a Milano: L.O.V.E. , la discussa statua che riproduce una mano tesa (forse un saluto romano?) privata delle dita. Ad eccezione del pollice e, da qui lo scandalo, del medio. La serata si accende al suono, straniante, della più tipica orchestrina da balera; l’aria si riempie di valzer e mazurche, ma anche dei grandi successi del pop mainstream: per un effetto tra glamour e kitsch dagli spaesanti effetti felliniani.

Cattelan, al solito, è un folletto irrefrenabile e inafferrabile. Eccolo comparire sul camion dei panini – esiste forse festa popolare che non ne abbia almeno uno? – dove è uno chef di nome Carlo Cracco a inventare un sandwich che omaggia insieme all’artista i sapori più genuini della tradizione gastronomica lombarda; ed eccolo fare capolino nello stand dello storico brand Seletti, che ha creato i gadget a tiratura limitata ispirati al folle e trascinante universo visivo di Toilet Paper.

Eccolo, infine, vestire i panni del mentore per Yuri Ancarani. Il maestro e l’allievo, quest’ultimo già ospite dell’ultima Biennale di Venezia, condividono la stessa opera: con L.O.V.E.  a trasformarsi grazie a Sky Arte HD in L.O.V.E.R.S. ; una sequenza di videoinstallazioni scorre sulla statua, trasformata in originale supporto per proiezioni. Trapuntato di occhi con sembianze aliene, perforato da una stigmate, ironicamente popolato di icone ultrapop…