Il ritorno di Meryl Streep. In versione rock

8 Agosto 2015

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Manca poco più di un mese all’arrivo nella sale italiane della nuova pellicola con protagonista la straordinaria Meryl Streep. È prevista infatti per il 10 settembre, l’uscita di Ricki and the Flash – che nella versione italiana si trasformerà in Dove eravamo rimasti – già distribuito nella sale cinematografiche statunitensi. Presentato al Festival del Film di Locarno lo scorso 5 agosto, il film è diretto da Jonathan Demme, talentuoso regista de Il silenzio degli innocenti e Philadelphia.

La trama, piuttosto lineare ma coinvolgente, si basa sulle vicende di una 66enne fuori dall’ordinario, un’intrigante Meryl Streep nei panni della chitarrista rock Ricki Rendazzo. Leader dei Flash – una cover band che si esibisce nei locali di Tarzana, in California, di fronte a un ristretto pubblico di affezionati – la Streep regala a un classico personaggio da commedia americana uno spessore e una verve già ampiamente acclamati dalla critica internazionale.

Desiderosa di sfondare nel scintillante mondo del rock, l’instancabile Ricki non ha mai abbandonato il suo sogno di gioventù, sacrificando anche la famiglia e gli affetti per raggiungere il proprio obiettivo. Nonostante gli sforzi, la rocker deve però accontentarsi di un impiego comune, che la costringe al ruolo di cassiera in un alienante market americano. Capace di barcamenarsi tra le inevitabili ristrettezze economiche e l’altrettanto inesorabile avanzare degli anni, la musicista dovrà mettere in discussione il proprio spirito libero di fronte alle inaspettate necessità della sua famiglia.

Tornata a casa per aiutare la figlia Julie, Ricki farà i conti con il proprio passato – un ex marito businessman di successo, interpretato da un favoloso Kevin Kline, e la sua rigida seconda moglie. Fra dialoghi esilaranti e momenti toccanti, la Streep è capace di mantenere l’attenzione puntata su un personaggio complesso, che per una volta declina al femminile lo stereotipo dello spirito sfuggente e individualista, riempiendolo di un’umanità libera dai cliché.