La grafica onirica di Chagall

2 Settembre 2015


Dal 4 settembre, all’Arengario di Monza – l’antico palazzo comunale della città – e nella Casa degli Umiliati, che dallo scorso anno ospita i Musei Civici, si potrà visitare la mostra Marc Chagall. La grafica del sogno, interamente dedicata alla produzione incisoria dell’artista russo, conosciuto più per i suoi caleidoscopici dipinti che per le opere grafiche in bianco e nero.

Sino al 6 gennaio, nei due spazi espositivi del capoluogo brianzolo saranno esposte oltre 300 incisioni dei tre cicli grafici più importanti di Marc Chagall: le Anime morte di Gogol del 1923, le Favole di La Fontaine del 1925 e la Bibbia, realizzata nel 1930. Nonostante l’assenza del colore, le acqueforti dell’artista russo hanno lo stesso carico di magia e suggestione, lo stesso carattere onirico e fantastico dei suoi più celebri dipinti ad olio.

Pur appartenendo a tre cicli diversi, le opere esposte sono in realtà da considerarsi come un corpus inscindibile, in cui si rintraccia una riflessione circolare: nelle tavole delle Anime morte di Gogol l’artista riflette sull’uomo, sulle sue meschinità e i suoi limiti. Nelle Favole, invece, l’indagine si sposta  sulla natura e la sua bellezza. Infine, nella Bibbia, Chagall torna a considerare l’uomo, ma alla luce della benevolenza divina.

Oltre a presentare le opere grafiche di Chagall, la mostra – a cura di Flavio Arensi – approfondisce il rapporto tra l’artista russo, l’editore parigino, nonché mercante d’arte, Ambroise Vollard, e gli artisti a lui contemporanei come Picasso, Matisse e Rouault.

[Immagine d’apertura: Marc Chagall, La Volpe e i Tacchini, da Le favole, mm 292 x 237, particolare]