Ricordando Ugo Foscolo, il poeta esule

10 Settembre 2015

Ugo-Foscolo

Nacque nel 1778 nell’isola greca di Zante – la Zacinto del suo celebre sonetto – ma si spense a Londra, il 10 settembre 1827. “A noi prescrisse il fato illacrimata sepoltura”, scriveva Ugo Foscolo nel 1803, consapevole che sarebbe morto esule, lontano dalla sua amata terra natia.

La sua fu una vita di esili, viaggi e fughe tra Italia, Francia, Svizzera e infine Inghilterra. Ma fu anche un’esistenza di intensa attività letteraria, che fece di Foscolo uno dei poeti che hanno contribuito a costruire il patrimonio letterario dell’Italia – la sua patria acquisita – nonché uno dei principali esponenti del neoclassicismo e del romanticismo, tra il Settecento e l’Ottocento.

I suoi primi componimenti risalgono agli anni della gioventù, ma è nella maturità che compose capolavori come i sonetti Alla sera, A Zacinto e In morte del fratello Giovanni; il carme Dei Sepolcri, che Foscolo scrisse nel 1806 in seguito all’editto emanato da Napoleone sulla regolamentazione delle pratiche sepolcrali; e il poema incompiuto Le Grazie, dedicato a un altro neoclassicista suo contemporaneo, Antonio Canova.