Keith Haring, artista e attivista. A Rotterdam

17 Settembre 2015

Keith-Haring_Untitled_1985 © Keith-Haring-Foundation

Quando nella New York degli anni Ottanta, il fenomeno urbano dei graffiti iniziò a richiamare l’attenzione dell’art system, tra i writer che salirono al successo a livello internazionale c’era anche Keith Haring, scomparso ormai 25 anni fa a causa dell’AIDS, a soli 30 anni.

Il 20 settembre, la Kunsthal di Rotterdam – città dove Haring espose per la prima volta fuori dagli Stati Uniti, nel 1982 – gli dedica una grande mostra, mettendo in luce l’artista ma anche l’attivista: durante la sua breve ma intensa carriera, Keith Haring prese posizione su diversi temi sociopolitici, criticando il capitalismo e sostenendo a gran voce il disarmo nucleare, il rispetto dell’ambiente e l’uguaglianza dei diritti, indipendentemente da etnia, credo religioso e orientamento sessuale.

Dal titolo Keith Haring. The Political Line, la mostra presenta al pubblico 120 opere: dai primi disegni in gesso che l’artista realizzava negli spazi per la pubblicità lasciati vuoti nei mezzanini della metropolitana di New York – i cosiddetti subway drawings – fino ai grandi dipinti su tela di vinile, oltre a opere su carta con inchiostro Sumi, oggetti e sculture.

Le sue opere sono caratterizzate da un linguaggio immediato e da un vocabolario inconfondibile di segni e di forme – primo tra tutti il suo famoso omino stilizzato – che si ripetono con ossessione, saturando completamente la superficie di lavoro, che si tratti di una parete o di un foglio di carta.
Completano l’esposizione, scritti tratti dai suoi diari e altro materiale documentario selezionato dagli archivi della Keith Haring Foundation, da cui provengono molte delle opere esposte.

[Immagine in apertura: Keith Haring, Untitled, particolare, 1985 © Keith Haring Foundation]