La classicità di Amos Nattini. In mostra a Parma

10 Ottobre 2015

Amos Nattini: La carne al fuoco, ovvero “Il sabbato di Driadi e Satiri”, 1956 olio su tavola, cm. 55 x 65

Sino al 15 novembre, a Parma, Palazzo della Pilotta ospiterà una mostra dedicata al pittore e incisore ottocentesco Amos Nattini, il cui nome è ricordato in particolare per le cento illustrazioni della Divina Commedia – una per Canto – realizzate in circa vent’anni, tra il 1915 e il 1939, e giudicate durante il fascismo come un’esemplare espressione del genio italico.

Amos Nattini. Pittore di altri mondi riunisce 50 dipinti – di cui diversi inediti -, disegni e studi preparatori e ripercorre la produzione dell’artista, dalle grandi committenze pubbliche a soggetto storico o mitologico realizzate tra gli anni Quaranta e Sessanta, sino alla pittura intima e privata alla quale si dedicò quando decise di lasciare Milano, per ritirarsi in un ex convento benedettino del parmense.

Durante la sua vita, Amos Nattini raccontò e celebrò le imprese del regime fascista su tavole di grandi dimensioni, ma lavorò anche su formati più piccoli, ritraendo la vita quotidiana nelle campagne dell’Appennino Emiliano e le sue tradizioni. In entrambi i casi, lo stile rimase classico, tendente all’allegorico, la tecnica accurata e la forma equilibrata.

[Immagine in apertura: Amos Nattini, La carne al fuoco, ovvero Il sabbato di Driadi e Satiri, 1956, olio su tavola, cm. 55 x 65]