Le fotografie di Ugo Mulas in trasferta a Parigi

16 Gennaio 2016

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Nonostante Ugo Mulas abbia contribuito in modo determinante all’evoluzione artistica della fotografia in Italia, il suo lavoro in Francia è ancora largamente sconosciuto. A porre rimedio a questa mancanza ci pensa ora la Fondazione Henri Cartier-Bresson, che fino al 24 aprile ospita a Parigi circa 60 fotografie vintage in bianco e nero, tutte selezionate dall’autore italiano per il suo leggendario libro La fotografia, pubblicato da Einaudi nel 1973.

Giunto a Milano nel 1948, Ugo Mulas divenne presto il testimone d’eccezione della città e soprattutto del suo fervore culturale, frequentando la cerchia di artisti e letterati che si ritrovava al mitico Bar Jamaica.
Negli anni successivi, ormai affermato fotografo professionista, Mulas sarà il fotografo ufficiale della Biennale d’Arte di Venezia del 1954, continuando poi negli anni Sessanta a immortalare opere e autori sia in Italia che negli Stati Uniti, a New York.

Proprio negli scatti in mostra, possiamo ancora percepire l’intima relazione che Mulas aveva sviluppato con ciascuno degli artisti ritratti. Al di là del valore documentario di queste fotografie, infatti, è evidente come si fondino su una narrazione, su spunti biografici e autobiografici assieme, che soltanto una conoscenza approfondita poteva cogliere in modo così diretto e informale.

La mostra si conclude con la serie delle Verifiche, in cui Ugo Mulas abbandona totalmente o quasi l’ambizione della fotografia di immortalare la realtà, concentrandosi piuttosto sulla stessa natura del mezzo.

[Immagine in apertura: Andy Warhol, Philip Fagan e Gerard Malanga, ritratti da Ugo Mulas a New York nel 1964]