I Vivarini e l’altro Rinascimento veneto

22 Febbraio 2016

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Sono le sale del rinascimentale Palazzo Sarcinelli, nel centro storico di Conegliano, a fare da cornice a I Vivarini. Lo splendore della pittura tra Gotico e Rinascimento, la prima mostra interamente dedicata alla famiglia che a cavallo tra il Quattrocento e il Cinquecento, a Venezia, si contendeva la scena con la celebre bottega del Bellini.

Curata da Giandomenico Romanelli, l’esposizione intende riempire un vuoto storico nel panorama delle iniziative dedicate, a partire dagli anni Trenta del secolo scorso, al vasto tema della pittura veneta.
Attraverso una ragionata selezione delle opere di Antonio, Bartolomeo e Alvise Vivarini, i visitatori hanno per la prima volta la possibilità di comprendere sia gli elementi di novità della dinastia di pittori, sia le influenze che su di loro esercitarono alcuni dei più importanti protagonisti della pittura del primo Rinascimento italiano, tra cui Mantegna, Filippo Lippi, Paolo Uccello e i maestri veneziani.

In particolare, la mostra delinea gli esiti di sette decenni di attività, un arco temporale durante il quale i Vivarini si misurarono con committenze diverse, tra cui gli ordini religiosi – francescani, domenicani, agostiniani – che fornirono loro anche l’opportunità di operare oltre i confini veneti. I Vivarini portarono infatti il loro stile pittorico, fatto di colori intensi – dal rosa al turchino, dai violetti cangianti al verde squillante – che risaltano su preziosi fondi oro, in una dimensione marcatamente adriatica, realizzando opere in Istria, Dalmazia, nelle Marche e in Puglia.