Addio a Michael Cimino, regista fuori dal coro

3 Luglio 2016


È morto a 77 anni uno dei registi più controversi di Hollywood. Italiano di origine ma nato a New York, Michael Cimino si distinse, fin da giovanissimo, per il grande interesse verso la creatività, muovendo i primi passi nel cinema dopo una solida formazione nel campo delle arti visive.

Trasferitosi nella Grande Mela all’inizio degli anni Settanta, Cimino entrò nel mondo della celluloide come co-sceneggiatore di alcune pellicole, fra cui Una 44 Magnum per l’ispettore Callaghan, interpretata da Clint Eastwood, per poi debuttare dietro la macchina da presa nel film Una calibro 20 per lo specialista, dirigendo lo stesso Eastwood e Jeff Bridges.

La vera consacrazione, tuttavia, arrivò nel 1978 con Il cacciatore, il lungometraggio ambientato sullo sfondo della Guerra del Vietnam e interpretato da un cast di astri nascenti, fra cui Robert De Niro, Meryl Streep e Christopher Walken. Vincitore di cinque Premi Oscar, il film resta il capolavoro assoluto di Cimino. La prova registica successiva, I cancelli del cielo, non fu all’altezza delle aspettative, guadagnandosi la stroncatura della critica.

Forte del suo talento e incurante degli insistenti pettegolezzi in merito alla sua vita privata, Cimino non abbandonò la macchina da presa, realizzando una serie di film che riscossero un discreto successo – L’anno del dragone, Il siciliano, Ore disperate e Verso il sole – senza tuttavia bissare la fama de Il cacciatore. L’ultimo riconoscimento risale allo scorso anno, quando al Festival di Locarno Cimino ricevette il Pardo d’onore.