La rinascita della Siria passa per Roma

16 Settembre 2016

replica testa del Toro di Nimrud Siria

Il Toro di Nimrud, la Sala dell’Archivio di Stato di Ebla, il soffitto del Tempio di Bel a Palmira: sono tre opere e altrettante icone di un dramma tuttora in corso in Siria. Area dalla storia millenaria, in preda a una guerra che ha avuto inizio ormai nel 2011 e che, in tempi ancora più recenti, ha visto aggiungersi al dramma umano e sociale del conflitto civile la furia iconoclasta dei fondamentalisti autoproclamatisi a capo del cosiddetto Stato Islamico (ISIS).
Proprio questi emblemi della nascita stessa delle prime forme di civiltà, tra Mediterraneo e Medio Oriente, sono state presi di mira per il loro forte valore simbolico: per tutto ciò che rappresentano e che gli jihadisti vogliono letteralmente cancellare, anche dalla memoria collettiva.

A riconoscere l’importanza di queste testimonianze della storia e dell’arte, fortunatamente, non sono soltanto i loro carnefici. Se non è possibile salvare questi manufatti, ormai caduti nelle mani degli spietati guerriglieri e irrimediabilmente danneggiati, se non distrutti, un eccezionale lavoro di ricostruzione in scala 1:1 è stato lo stesso condotto utilizzando le più moderne tecnologie (modelli e tecniche di costruzione digitale, stampante 3D, utilizzo di sofisticati materiali) da tre aziende italiane, portando alla realizzazione di una mostra grazie all’impegno congiunto dell’Associazione Incontro di Civiltà – guidata da Francesco Rutelli – e di un Comitato Scientifico presieduto dall’archeologo Paolo Matthiae.

Dal prossimo 7 ottobre e fino all’11 dicembre, un’altra location di inestimabile valore storico – il secondo anello del Colosseo, il monumento più visitato d’Italia – ospiterà la mostra Rinascere dalle distruzioni. Ebla, Nimrud, Palmira, che ha già ricevuto il Patrocinio dell’UNESCO e verrà inaugurata il 6 ottobre dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. L’iniziativa, ideata e curata da Francesco Rutelli (già Ministro dei Beni Culturali e Sindaco di Roma) e Paolo Matthiae (l’archeologo che ha portato alla luce la civiltà di Ebla), oltre al sostegno della già citata Associazione e quello della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, è promossa e realizzata dalla Soprintendenza Speciale per Il Colosseo e l’Area archeologica centrale di Roma, con Electa. Anche Sky Arte HD è partner della mostra, anzi curerà un documentario internazionale per presentare questo progetto.

A spiegare l’intento civile, sociale dell’esposizione, alla cui base ci sono mesi di lavoro scientifico e tecnico, condotto scrupolosamente pur se lontani dai riflettori, è stato Francesco Rutelli, tra i massimi promotori dell’iniziativa: “La mostra “Rinascere dalle distruzioni. Ebla, Nimrud, Palmira” segna un passaggio importante della nostra Campagna per contrastare le deliberate mutilazioni e cancellazioni del Patrimonio Culturale compiute negli ultimi anni. Non ci occupiamo “delle pietre”, dimenticando le tragedie che hanno colpito e colpiscono le persone. Al contrario. Non vogliamo che il brutale ritorno dell’Iconoclastia in questo XXI Secolo sia considerato un problema marginale: esso coinvolge i fondamenti della nostra civiltà comune, le persone che vengono espropriate della loro identità e, dunque, noi tutti”.