A L’Aquila la ricostruzione ha il volto dell’arte

31 Dicembre 2016


Non passano di certo inosservate le 8 gigantografie – alcune delle quali raggiungono i 14 metri d’altezza – che animano le vie dell’Aquila, colpita dal tragico terremoto del 2009.
Tra i cantieri della ricostruzione hanno trovato dimora le opere dei primi artisti fra i 22 selezionati per Change!, il concorso internazionale a cura di Veronica Santi, lanciato lo scorso giugno dall’associazione aquilana Off Site Art, sviluppato in partnership con l’organizzazione non profit americana ArtBridge e rivolto agli artisti residenti in Italia e a New York.

Un messaggio di positività e speranza nei confronti di una ricostruzione che sta impegnando non solo gli addetti ai lavori, ma anche la comunità locale. E un uso intelligente dell’arte, messa al servizio della collettività. I temi trattati dai giovani artisti selezionati sono molteplici e spaziano dal racconto della vita nel capoluogo abruzzese dopo il sisma, attraverso gli scatti di Serena Vittorini, alle illustrazioni di Tatiana Arocha, legate all’immaginario del suo paese di origine, la Colombia.

La fotografia torna protagonista nelle riprese di Clara Vannucci all’interno della sezione femminile del carcere americano di Rikers Island e nel reportage fotografico di Claudia Borgia sull’Iran. La narrazione leggera del duo bolognese To/Let si unisce alle opere astratte di Deanna Lee, alle griglie di Pierpaolo Mancinelli e al mitologico Telemaco di Giampiero Marcocci, simbolo di cambiamento e passione. Per ravvivare il significato e l’estetica dei cantieri aquilani.