La storia della Bottega dei Cadorin, a Venezia

1 Dicembre 2016


La stagione espositiva invernale di Palazzo Fortuny si è aperta con una rassegna intitolata a una delle famiglie d’arte tra le più legate alle vicende della città lagunare. La bottega Cadorin. Una dinastia di artisti veneziani, a cura di Jean Clair sulla base del progetto di Daniela Ferretti, raccoglie oltre 200 opere connesse alla famiglia detentrice di una delle botteghe più famose di sempre.

I capolavori – che spaziano dai manufatti lignei e marmorei alla fotografia e alla pittura – sono state messe a disposizione dall’ultima discendente della stirpe Cadorin, la pittrice Ida Barbarigo, e rendono conto delle tante sfumature di talento custodite da un’unica famiglia.

Alternati al sempre incredibile patrimonio artistico dei Fortuny, cui i Cadorin erano uniti da una sincera amicizia, i lavori in mostra seguono il filo dei ricordi di Ida Barbarigo, regalando al pubblico una panoramica sui dipinti e i disegni del padre Guido, sulle sculture lignee, i gessi e le terrecotte del nonno Vincenzo, ma anche sugli avori plasmati dallo zio Ettore e sulle fotografie scattate dal nonno Augusto Tivoli, senza dimenticare le opere della stessa Barbarigo e del compagno Zoran Music, in un racconto corale che mescola Storia e affetti privati.

[Immagine in apertura: Vincenzo Cadorin, Meriggio, s.d., gesso, diametro 60 cm]