David Byrne, dai Talking Heads alle neuroscienze

8 Gennaio 2017


È in corso fino al 31 marzo, presso la Pace Gallery di Menlo Park, California, la mostra di teatro immersivo di David Byrne, dal titolo The Institute Presents: Neurosociety. L’installazione – creata in collaborazione con Mala Gaonkar – accosta arte e neuroscienze (ossia l’insieme degli studi condotti sul sistema nervoso) e viene descritta sul New York Times dall’eclettico musicista e artista come un’esperienza di immersione totale, che presenta i risultati degli studi condotti da 15 diversi laboratori dediti a questa branca della scienza: “Non vogliamo fare gli esperimenti così come vengono effettuati in laboratorio, ma piuttosto ricreandone alcuni in una maniera più teatrale e divertente”.

Nel corso della visita alla mostra – della durata di un’ora – gruppi di 10 persone alla volta sono invitate ad attraversare quattro sale interattive che rivelano un “aspetto sorprendente” di loro stesse, gettando luce anche sulle modalità in cui ciascuno si relaziona con gli altri.
Uno degli obiettivi di Byrne, poi, è di consentire agli scienziati che interverranno e che condurranno gli esperimenti di raccogliere dati su un campione più esteso di persone: “Penso che i laboratori che interverranno troveranno il modo di raccogliere dei dati utili da questa esperienza. Invece di lavorare con piccoli campioni da 50 studenti, qui potrebbero avere sottomano migliaia di persone diverse”.

Byrne – che in una recente intervista su The Creative Independent ha parlato di una possibile reunion con i suoi Talking Heads, dopo oltre 25 anni dallo scioglimento – oltre ad essere cofondatore della band statunitense di rock d’avanguardia, ha avuto una carriera musicale solistica molto prolifica, ha scritto e diretto film e anche creato un musical su Imelda Marcos; infine, ha esposto arte visiva per decenni e pubblicato sia romanzi che saggi di grande successo.