Villar Rojas allestisce un “teatro” sul tetto del Metropolitan di New York

26 Aprile 2017


Non è certo la prima volta che il tetto del Metropolitan Museum of Art, lungo la Fifth Avenue, viene elevato a spazio espositivo. Prima del talentuoso 37enne argentino Adrián Villar Rojas, che nei giorni scorsi ha inaugurato la grande installazione The Theater of Disappearance, a raggiungere la vetta del Roof Garden del Met erano stati Ellsworth Kelly (1998), Joel Shapiro (2001), Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen (2002), Roy Lichtenstein (2003), Sol LeWitt (2005), Cai Guo-Qiang (2006), Frank Stella (2007), Jeff Koons (2008), Doug and Mike Starn (2010).
Tra loro, spetta però all’artista sudamericano un piccolo ma significativo record: nato a Rosario nel 1980, è il più giovane a essersi misurato con questo spazio d’eccezione, almeno a oggi.

Esposto fino al 29 ottobre prossimo, il suo intervento può essere interpretato come una celebrazione del prestigioso museo statunitense. Attraverso 16 gruppi scultorei collocati sull’intera superficie disponibile, The Theater of Disappearance plasma lo spazio architettonico sotto il cielo di New York generando un sorprendente “cortocircuito surreale”.
Attingendo alla vasta collezione del Met e ripercorrendo il processo di genesi relativo a questo stesso progetto, Villar Rojas ha selezionato 100 opere d’arte e le ha riprodotte con tecniche di stampa 3D. Icone del design, maschere egizie, sculture orientali, statue classiche, armi, teste africane e ulteriori testimonianze dell’arte di tutto il mondo sono quindi state riassemblate, generando una successione di folli e inediti allestimenti sul tetto-terrazzo.
A unificarli il ricorso ai colori bianco, nero e grigio, con i quali l’artista ha chiesto (e ottenuto) che venisse rivestita anche la superficie di calpestio del tetto. Obiettivo? Conseguire la “migliore sparizione” possibile, proprio come dichiara il titolo dell’installazione.