Vitra si racconta in una mostra, tra design e architettura

8 Aprile 2017


Correva l’anno 1957: Willi e Erika Fehlbaum – fondatori di quello che sarebbe divenuto un colosso del design – iniziarono la produzione di arredi disegnati da Charles & Ray Eames e George Nelson. Un passaggio fondamentale per la crescita e il successo di Vitra, azienda svizzera attiva nel campo dell’arredamento e del design, che oggi sceglie di raccontarsi, nella sua stessa sede, con una retrospettiva d’eccezione. L’esposizione Project Vitra – Design, Architecture, Communications (1950–2017), al via il 9 aprile, è la versione aggiornata e ampliata della mostra che ha esordito, nel 2014, al Philadelphia Museum of Art. La narrazione restituisce l’epopea aziendale di Vitra, passata da realtà a conduzione familiare a leader del settore, con uno sguardo che abbraccia le partnership con alcune delle figure più rilevanti dell’architettura, del design e della progettazione dal secondo Novecento ai giorni nostri.

In questa analisi, tra prodotti iconici, materiali d’epoca, disegni, fotografie modelli e video, a farsi largo è anche il racconto della nascita del Vitra Campus, a Weil am Rhein,. Allo sviluppo di questo straordinario complesso di edifici,  hanno infatti contributo architetti di punta del nostro tempo. Tra gli altri, Frank Gehry che ha firmato il Vitra Design Musem – suo primo edificio fuori dagli Stati Uniti – Zaha Hadid, autrice della leggendaria Fire Station. Presenti anche il Vitra Conference Pavillion del giapponese Tadao Ando e Herzog & de Meuron, con due interventi all’attivo. Il duo svizzero, infatti, ha progettato sia il complesso VitraHaus, flagship store della Vitra Home Collection, sia il recente Schaudepot, in larga parte impiegato per le mostre temporanee. E la storia continua…