Dopo Yves Saint Laurent, il Metropolitan dedica una nuova mostra a uno stilista vivente

2 Maggio 2017


Fondatrice del brand Comme des Garçons, la stilista Rei Kawakubo è al centro di un’audace retrospettiva in apertura il 4 maggio al Metropolitan Museum of Art di New York. In occasione della mostra Rei Kawakubo/Comme des Garçons. Art of the In-Between la prestigiosa istituzione statunitense ha rimodellato l’aspetto della sala espositiva ‘Iris e B. Gerald Cantor’, al secondo piano del Met Fifth Avenue.
Trasformato in una scatola bianca, aperta e luminosa, con strutture dalla marcata impronta geometrica a farle da contrappunto, lo spazio così rivisitato offrirà ai visitatori un’esperienza immersiva. L’obiettivo è consentire di comprendere in profondità la distintiva visione della moda della fashion designer di fama internazionale.

Attraverso circa 140 creazioni firmate Kawakubo per Comme des Garçons, relative all’arco temporale compreso tra gli inizi degli anni Ottanta e la sua più recente collezione, la mostra newyorkese getta in particolare luce su 9 espressioni estetiche ricorrenti nel suo lavoro.
Uno sforzo teso a dimostrare come nel suo approccio i territori interstiziali siano percepiti come “significativi luoghi di connessione“: la sua è una ricerca che si muove con vigore tra arte e moda, tra fashion e anti-fashion, tra abito e non abito, costantemente proiettata verso l’innovazione e la “trasformazione rivoluzionaria”. Tale modalità è stata espressa con chiarezza anche dalla stessa stilista che, nell’offrire una chiave di lettura del proprio lavoro, ha dichiarato: “Ho sempre perseguito un nuovo modo di pensare al design, negando i valori consolidati, le convenzioni e ciò che generalmente viene accettato come norma. E le modalità di espressione che sono sempre state per me la fusione, lo squilibrio, la sottrazione“.

La mostra Rei Kawakubo/Comme des Garçons. Art of the In-Between costituisce inoltre una sorta di “evento nell’evento” nella storia espositiva del Met. Dopo l’ormai celebre monografica su Yves Saint Laurent, del 1983, per la seconda volta il museo torna a focalizzarsi su uno stilista vivente.
A questa designer, tra le “più importanti e influenti degli ultimi 40 anni che ci invita a ripensare la moda come un luogo di creazione costante, di ricreazione e di ibridità“, come ha sottolineato Andrew Bolton – curatore responsabile del Metropolitan Museum of Art’s Costume Institute – l’istituzione dedica anche un’importante pubblicazione. La Yale University Press ha infatti dato alle stampe un libro-album di 248 pagine, comprensivo di 205 illustrazioni a colori, saggi di approfondimento, fotografie d’autore e di una rara intervista concessa da Rei Kawakubo.