Alice Cooper scopre di possedere un’opera di Warhol, dimenticata per 40 anni

25 Luglio 2017

Alice Cooper Live In Sydney

Sembrerebbe una sceneggiatura d’autore, eppure la sorprendente vicenda è realmente avvenuta ed è stata resa nota alla stampa nei giorni scorsi: ecco com’è andato il fortuito ritrovamento, da parte della rock star Alice Cooper, di un’opera di Andy Warhol nel proprio magazzino. Il cantante e attore statunitense, noto per il suo stile sopra le righe e per i suoi eccessi, fu amico personale del padre del Pop Art e lo frequentò per un certo periodo negli anni Settanta. Una conoscenza che potrebbe avere favorito l’acquisto di una serigrafia appartenente alla serie Piccola Sedia Elettrica, realizzata da Warhol tra gli anni Sessanta e i Settanta.

A comprarla, all’epoca, sarebbe stata la compagna di Cooper: si calcola che, ai 2500 dollari investiti dalla donna, potrebbe oggi corrispondere un valore commerciale pari a dieci milioni in valuta statunitense. La stima è stata fatta prendendo come parametro un’asta, nel corso della quale è stata battuta una serigrafia analoga.
Lasciata per decenni all’interno di un tubo in un magazzino di New York e probabilmente mai fissata a una cornice, l’opera “dimenticata” sarebbe in buono stato di conservazione. Declinazione in rosso della collezione Little Electric Chair, si caratterizza per la centralità assegnata al soggetto, identificato con certezza: fulcro della scena è la sedia elettrica del carcere di Sing Sing sulla quale, nel giugno 1953, vennero giustiatziati il militante e attivista Julius Rosenberg e sua moglie Ethel. Vennero entrambi condannati a morte con l’accusa di essere spie dell’Unione Sovietica infiltrate nel Paese.

Per il ritrovamento dell’opera si è rivelato fondamentale il contributo della madre di Alice Cooper, stando alla ricostruzione fornita dal manager del cantante, Shep Gordon: casualmente, quattro anni fa, nel corso di un pranzo con un mercante d’arte lui stesso si sarebbe ricordato dell’originale Warhol posseduto dal rocker. Tuttavia la serigrafia sarebbe priva di firma in calce dell’artista: a questo punto, solo l’esito di un eventuale processo di autenticazione potrebbe fare definitivamente chiarezza sul suo reale valore.