Il National Geographic porta la Guerra Bianca a Milano

14 Luglio 2017

1. Gruppo Adamello- Cresta Croce, cannone italiano 149 G, innalzato a Cresta Croce per appoggiare l’attacco e la conquista del Corno di Cavento. Fotografia di Stefano Torrione

La Prima Guerra Mondiale fu anche una guerra di montagna: difficilmente, nella storia dell’umanità, è successo che si combattesse a 3mila metri – e più, in alcuni casi – al di sopra del livello del mare. Eppure, durante la Grande Guerra gli eserciti del Regno d’Italia e dell’Impero Austro-Ungarico si diedero battaglia proprio sulle vette delle Alpi centro-orientali; tra Lombardia, Trentino Alto-Adige e Veneto, lungo i picchi e i ghiacciai dell’Adamello come della Marmolada.

Con la guida di Marco Gramola, presidente della Commissione storica della SAT, il fotografo Stefano Torrione si è avventurato in questi luoghi proprio alla ricerca delle tracce, tuttora presenti, lasciate dai soldati di entrambi i fronti.
Costretti a vivere in condizioni proibitive in baracche e trincee, percorrendo passerelle affacciate sul vuoto o gallerie scavate nella viva roccia; sullo sfondo di un paesaggio, quello alpino, la cui millenaria bellezza forse fu vissuta come una tragica beffa, da chi si trovava a morire in un ambiente che non mostrava alcuna pietà di fronte alla fragilità umana.

Fino al 5 novembre, negli spazi della Fabbrica del Vapore di Milano proprio questo paradosso – il dramma storico che si fonde alla magnificenza di uno scenario sublime – verrà riproposto in tutto il suo impatto visivo attraverso 70 immagini in grande formato, che Torrione accompagna con mappe esplicative e una selezione di fotografie d’epoca.
Negli stessi scatti dell’autore, pubblicati per la prima volta sul numero di marzo 2014 di National Geographic Italia, i visitatori potranno ritrovare tutta una serie di manufatti, architettonici e non, riaffiorati con il ritiro dei ghiacciai dopo essere rimasti intrappolati tra i loro cristalli per un secolo. Tra fucili e scarponi, scalette di legno e scatolette di sardine, a emergere sono i segni di un passato che, attraverso la mediazione dell’obiettivo, torna a parlarci di un’epoca di violenza e gesta di disperato coraggio.

[Immagine in apertura: Gruppo Adamello – Cresta Croce, cannone italiano 149 G, innalzato a Cresta Croce per appoggiare l’attacco e la conquista del Corno di Cavento. Fotografia di Stefano Torrione]