Land Art e pegni d’amore, sul lago di Como

20 Agosto 2017


Storia popolare, Land Art e tutela del paesaggio si fondono a 1100 metri d’altezza sul lago di Como grazie a Il Tesoro Smarrito, l’opera realizzata alcune settimane fa dall’artista tedesco Ralf Witthaus. Insieme ai suoi collaboratori, nel giro di dieci giorni ha riprodotto sul manto erboso dei pascoli che si affacciano sul celebre lago una collana lunga 650 metri, composta da elementi circolari impressi con il tosaerba.

La struttura dell’opera evoca una speciale tradizione locale, portata avanti dagli abitanti di Musso e di altri paesi limitrofi. Le famiglie conservano antiche collane di corallo rosso con spartitori in argento: passano di madre in figlia per generazioni, non sono cedibili e sono la testimonianza tangibile di una promessa speciale: quella di matrimonio. Infatti, per lungo tempo, a causa delle difficoltà lavorative dell’alto lago di Como, molti giovani uomini della zona si trasferirono a Palermo, in cerca di opportunità. Raggiunta la stabilità economica, erano soliti inviare alle loro fidanzate una collana di corallo, o degli orecchini, a conferma della loro volontà di sposarle.

Il Tesoro Smarrito punta anche ad accendere i riflettori sul futuro di questo territorio che negli ultimi anni sta conoscendo le conseguenze legate all’abbandono degli alpeggi. “La regione dei monti dell’Alto Lario, oggi praticamente abbandonata, fino a cinquant’anni fa era molto diversa”, ha raccontato ad Artribune la curatrice, Chiara Donisi, Presidente dell’associazione OverLAPS ‒ Over Landscape, Architecture and Public Spaces. “Le persone vivevano di agricoltura e allevamento, e per riuscirci l’unico modo era di sfruttare appieno quello che il territorio offriva – muovendosi secondo il ritmo delle stagioni lungo le pendici delle montagne. Il progetto artistico è per noi importante, perché facendo ritornare le persone a visitare questo paesaggio, le si invita a ricominciare a prendersi cura di esso. Il potenziale di questo luogo meraviglioso è immenso. Noi vogliamo offrire una piattaforma per immaginare – a partire dalla tradizione – uno sviluppo possibile e sostenibile”.

[Immagine in apertura: photo Harald Neumann]