Alla Festa dell’Architetto 2017, un premio speciale per Cino Zucchi

6 Dicembre 2017


Ha celebrato il traguardo della quinta edizione la Festa dell’Architetto, kermesse nell’ambito della quale vengono assegnati i riconoscimento promossi dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, con la rete degli Ordini provinciali e con il MAXXI, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo, per dare visibilità agli architetti italiani distintisi per eccellenza tecnica.
Obiettivo dell’iniziativa infatti dare rilievo alle figure che “si ritiene rappresentino un’eccellenza“, ovvero “professionisti che hanno saputo raccogliere – nella consapevolezza di essere responsabili della realizzazione della città del futuro che sarà verde, inclusiva, sicura – le sfide che l’architettura contemporanea oggi impone“, come indica la nota ufficiale.

Ad aggiudicarsi il Premio Architetto italiano è stato lo studio caravatti_caravatti architetti, del quale fanno parte Emilio e Matteo Caravatti, Chiara Gugliotta e Elena Verri e di base a Monza. La giuria, presieduta da Andreas Kipar, ricordando l’esperienza di Jigiya So’, il centro di riabilitazione psicomotorio realizzato a Katì, nella Repubblica del Mali , ha sottolineato come l’architettura di questo team sia “rispettosa non solo dei luoghi, ma anche dei contesti sociali nei quali si inserisce”.
Grazie al progetto del Molo di Askim, a Goteborg, nel quale sono stati sviluppati percorsi alternativi per rispondere alle esigenze dei bagnanti a ridotta capacità motoria, Elisabetta Gabrielli ha vinto il Premio Giovane Talento dell’Architettura 2017. La giuria ha messo in evidenza come il tema da lei affrontato sia “molto importante per il rapporto tra terraferma e acqua, un approfondimento della connessione tra natura e cultura approcciato in maniera architettonica”. Proprio questo intervento di Gabrielli ha ottenuto anche la Menzione d’Onore nella categoria Opere su spazi aperti, infrastrutture e paesaggio.

L’architetto milanese Cino Zucchi, già curatore del Padiglione Italiano alla 14. Mostra di Architettura di Venezia, è stato omaggiato con una sorta di “Oscar alla carriera”. In questo modo è stata infatti definita la Menzione Speciale assegnatagli “quale grande interprete dell’architettura del novecento italiano che con la sua proposta progettuale per il nuovo centro direzionale della Lavazza a Torino riesce a stabilire un equilibrato rapporto tra il tessuto esistente e la nuova architettura inserita”. Inoltre, il Presidente della Biennale di Venezia, Paolo Baratta, è stato insignito del titolo di Architetto Onorario, conferitogli per “il prestigio mondiale della Biennale di Architettura quale vetrina per celebrare il contributo reale e duraturo che l’architettura di qualità offre all’umanità“.

Gli esiti del Premio e una selezione dei progetti partecipanti saranno raccolti nello Yearbook, la pubblicazione lanciata la scorso anno, con distribuzione in Italia e nelle più importanti manifestazioni estere alle quali partecipa il Consiglio Nazionale degli Architetti, che punta a “diventare una delle più complete raccolte nazionali ed internazionali di Architettura Italiana“.

[Immagine in apertura: Cino Zucchi, Centro direzionale Lavazza]