L’arte islamica ispira un videogame “matematico”

27 Dicembre 2017


Il game developer iraniano Mahdi Bahrami aveva un proposito: desiderava “esplorare la matematica in modi diversi“, superando diffidenze e ostilità spesso associate a questo specifico ambito. La convinzione che “se qualcuno non è in grado di risolvere un’equazione sulla carta, ciò non significa che sia bravo in matematica”, come dichiarato in una recente intervista pubblicata dal sito Hyperallergic, lo ha spinto a sviluppare e mettere a punto Engare.
In questo gioco – un puzzle game disponibile per Mac e PC, dallo scorso autunno – sono i principi matematici tipici dell’arte e dell’architettura islamica a regolare i movimenti e la geometria.

Sebbene il suo ideatore prenda le distanze dalla definizione di “gioco educativo”, gli utenti sono di fatto messi nella condizione di replicare un modello artistico o architettonico fornito, riuscendo a generare, passaggio dopo passaggio, motivi ornamentali complessi come quelli dell’Alhambra.
Con testi in inglese e arabo e una grafica tanto semplice quanto accattivante, Engare propone una modalità nuova di avvicinamento a queste geometrie, complessa e sorprendenti, ricorrendo anche all’orecchiabile colonna sonora composta da Mim Rasouli.

E nel caso in cui i giocatori non dovessero comunque riuscire ad appassionarsi ai principi matematici che regolano la produzione artistica islamica, come ricorda lo stesso Mahdi Bahrami, attraverso Engare avranno un’occasione in più per apprendere come gli artisti di alcuni paesi del Medio Oriente abbiano sopperito all’impossibilità di rappresentare delle creature viventi nelle loro opere creando “forme geometriche per esprimere i loro sentimenti“.