Arte e vita di Alberto Giacometti, in un film al cinema

6 Febbraio 2018

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Indissolubilmente legato nell’immaginario collettivo alle celeberrime sculture di figure umane dalle forme esili e sottili, Alberto Giacometti approda al cinema in un atteso film biografico, scritto e diretto dal regista Stanley Tucci.
In uscita nei cinema italiani l’8 febbraio, la pellicola delinea un affascinante ritratto dell’artista a partire dall’amicizia con lo scrittore americano e appassionato d’arte James Lord. Ambientato a Parigi, nel 1964, il film prende avvio con la richiesta da parte di Giacometti di ritrarlo: Lord, incuriosito dalla proposta, accetta.
È l’inizio di un “viaggio illuminante nella bellezza”, intervallato dai sentimenti che si susseguono, inevitabilmente, nelle varie fasi di ogni processo artistico.

Final Portrait. L’arte di essere amici si ispira all’autobiografia Un ritratto di Giacometti scritta dallo stesso Lord. Nei 90 minuti dell’opera, a portare sul grande schermo l’artista è l’attore Geoffrey Rush, vincitore del Premio Oscar come Miglior attore protagonista per Shine, nel 1997. Il giovane e facoltoso americano è invece interpretato Armie Hammer, presente anche nel cast di Chiamami col tuo nome (Call Me by Your Name), diretto da Luca Guadagnino e in lizza per gli Oscar 2018.
Girato nel corso di appena 4 settimane a Londra, presso i Twickenham Studios, il film si svolge in larga parte nello studio dell’artista svizzero, magistralmente ricostruito su progetto dello scenografo James Merifield, che in questo film è stato coadiuvato dal direttore della fotografia Danny Cohen e dal tecnico delle luci Paul McGeachan.

Sono un grande appassionato del lavoro di Giacometti. Lo sono sempre stato – ha raccontato Stanley Tucci, in una recente intervista. – A un certo punto ho cominciato a leggere di tutto su di lui, compreso il libro da cui è tratto questo film, Un ritratto di Giacometti. Saranno più di vent’anni che me lo porto dietro. Ho scritto questo film dieci anni fa, o anche più.