Da Frida Kahlo a Macondo: Torino riscopre la fotografia di Leo Matiz

15 Marzo 2018


A 20 anni dalla sua scomparsa, il fotografo colombiano Leo Matiz è al centro di una personale ospitata alla Pinacoteca Albertina di Torino.
Fino al 3 giugno, la monografica Leo Matiz – Frida Kahlo e Macondo, a cura di Arminda Massarelli con Alejandra Matiz, ne ripercorre la produzione a partire da due esperienze chiave, analizzate in altrettante sezioni.

Nel percorso di visita viene infatti presentata una selezione degli scatti realizzati nella “mitica” Casa Azul di Città del Messico; immagini in grado di offrire all’osservatore contemporaneo un ritratto inedito della più grande pittrice messicana e del suo tormentato rapporto con il marito, il pittore muralista Diego Rivera.
Rivivono gli interni e il giardino di questa abitazione d’artista con tutti i simboli archetipi, mitici e apotropaici che l’adornano ancora oggi, – ha scritto nel saggio che accompagna la mostra il Direttore dell’Accademia, Albertina Salvo Bitonti – mentre il folgorante bianco e nero è capace di restituirci un’atmosfera d’ambiente, di natura e di cultura che fu di quella casa, insieme al sorriso o all’atteggiamento pensoso dello sguardo di Frida Kahlo, che racconta più di mille biografie sulla grande pittrice messicana“.

L’altro polo dell’esposizione torinese è la terra d’origine del fotografo: dal Messico l’attenzione si sposa su Aracataca, in Colombia, un luogo “magicamente traslato” e consegnato all’eternità con il nome di Macondo dalle pagine di Gabriel Garcia Marquez. Proprio da Aracataca provengono altre 70 immagini esposte, capaci di restituire un ritratto a tutto campo di questa terra, dagli aspetti naturalistici a quelli antropologici.