Dai Manetti Bros ad Anselma Dell’Olio, i vincitori del David di Donatello 2018

21 Marzo 2018

La lucida follia di Marco Ferreri

Si è tenuta questa sera la cerimonia di premiazione dei David di Donatello, gli “Oscar italiani” che vengono assegnati dall’Accademia del Cinema italiano alle migliori opere cinematografiche dell’anno.

Questo 2018 ha visto tra i favoriti Ammore e malavita dei Manetti Bros.: in lizza per 15 premi, il musical ambientato in una Napoli tanto variegata quanto grottesca è stato indicato come Miglior Film, mentre all’interpretazione di Claudia Gerini va la statuetta come Migliore Attrice non protagonista.
Miglior Regista è invece Jonas Carpignano per A Ciambra, la storia di un quattordicenne nella comunità rom di Gioia Tauro, in Calabria. Cineasta esordiente ma scrittore già affermato, Donato Carrisi è stato premiato appunto come miglior regista alla prima prova dietro la telecamera, per il suo La ragazza nella nebbia.

Sempre per rimanere nell’ambito di questo importante ruolo nel cinema, il leggendario Steven Spielberg ha ritirato a Roma il David alla carriera, che nel suo discorso di accettazione non ha dimenticato di omaggiare i tanti Maestri della settimana arte italiana – a cominciare da Federico Fellini – che gli sono sempre stati di grande ispirazione.
Ancora due premi speciali sono poi stati assegnati a due donne, Diane Keaton e Stefania Sandrelli, per lo straordinario contributo dato al cinema nell’arco di un’intera vita artistica e professionale.

E proprio all’opera di una donna è stato insignito il David per il Miglior Documentario: a ritirare il premio per La lucida follia di Marco Ferreri è stata infatti la regista Anselma Dell’Olio, che ha significativamente rivendicato la propria femminilità anche rispetto al cinema, appellandosi “A tutte le ragazze di tutte le età: la regia è femmina”.

Prossimamente in onda su Sky Arte HD – per la precisione, in prima serata l’11 maggio, data in cui ricorre il 90esimo anniversario dalla nascita del cineasta italiano cui è dedicata l’opera – il docu-film non poteva che nascere dall’iniziativa della stessa Anselma Dell’Olio, che con Marco Ferreri aveva lavorato nel 1977 per la realizzazione di Ciao maschio, appena tre anni dopo il lungometraggio per cui il regista si è impresso nella memoria del grande pubblico: La grande abbuffata, diretto nel 1973 con la partecipazione di interpreti del calibro di Ugo Tognazzi e Marcello Mastroianni.
Quando, nel 2016, un’altra storica collaboratrice di Ferreri – Nicoletta Ercole, sua costumista e fiduciaria – contatterà la Dell’Olio per rilanciare “l’immenso cinema” del grande nome italiano ingiustamente trascurato, l’adesione della regista al progetto sarà immediata ed entusiasta.
Ne è nato questo documentario, il cui valore viene ora riconosciuto anche dalla giuria dell’Accademia del Cinema Italiano con il David, che porterà gli spettatori di Sky Arte HD in un “viaggio nel cosmo unico – insieme sovrannaturale e terragno – dell’autore. Un uomo che abbandona gli studi di veterinaria ma mai gli animali, scegliendo di occuparsi principalmente dell’essere umano nella sua essenzialità corporea e desiderante“.