Magritte, Dietrich, Rousseau, insieme a Zurigo

8 Marzo 2018

René Magritte The Natural Graces, 1964 Oil on canvas, 55.5 x 46.5 cm Kunsthaus Zürich, donated by Walter Haefner, 1993 © 2018 ProLitteris, Zurich

Con Magritte, Dietrich, Rousseau. Visionary Objectivity gli spazi espositivi della Kunsthaus Zürich, in Svizzera, ospitano un racconto del periodo storico compreso tra il 1890 e il 1965 analizzando una selezionata rosa di pittori e la loro produzione. L’indagine si focalizza infatti su una sorta di “comune sentire” degli autori scelti: si tratta della cosiddetta “oggettività visionaria” che si insinua e si fa largo, parallelamente, in esperienze eterogenee come l’arte naïf, la Nuova Oggettività e il surrealismo di Dalí e Magritte.

Aperta fino all’8 luglio prossimo, la rassegna scopre un indirizzo parallelo delle ricerche artistiche tra la fine dell’Ottocento e la seconda metà del Novecento: proprio nei decenni in cui si affermava l’astrazione – passaggio imprescindibile nello sviluppo dell’arte moderna – restava notevole il contributo degli artisti legati al tema della rappresentazione “pura”. Non che gli autori in mostra fossero interessati a dipingere il mondo in modo realistico, così come lo vedevano con i  loro occhi: l’oggettività della loro rappresentazione serviva piuttosto a rendere “reale” – o realistico – un universo immaginario.

Il percorso espositivo di Magritte, Dietrich, Rousseau. Visionary Objectivity si snoda tra circa 55 dipinti di piante, paesaggi, animali ed esseri umani, oltre la metà dei quali appartenenti alla collezione permanente dell’istituzione svizzera. Significativa, inoltre, la presenza di opere raramente mostrate, come nel caso dei lavori di Camille Bombois, André Bauchant e Niklaus Stoecklin, non esposte da molti anni.
Da Böcklin a Dalí, da Vallotton a Dietrich, dalla natura appassionata Rousseau fino agli “uccelli marmorei” di Magritte, la rassegna fa luce sulle diverse declinazioni estetiche con cui gli artisti hanno manifestato questa comune “oggettività visionaria”, ispirando un ampio spettro di motivi e forme.

L’esposizione è accompagnata da una pubblicazione specifica che contestualizza il fenomeno della rappresentazione nell’arte all’interno della storia della Kunsthaus Zürich.

[Immagine in apertura: René Magritte, The Natural Graces, dettaglio, 1964, Kunsthaus Zürich, donated by Walter Haefner, 1993 © 2018 ProLitteris, Zurich]