La fotografia “poetica” di Duane Michals in mostra a Torino

3 Maggio 2018


Imbrigliare la fotografia di Duane Michals in un’unica definizione è impresa vana. Classe 1932, l’artista originario della Pennsylvania ha saputo conquistare un ruolo di primo piano fra i Maestri dell’obiettivo grazie a uno stile in perenne evoluzione, che trae linfa dall’instancabile abilità di Michals nello sperimentare nuove tecniche.

La mostra a lui intitolata dal Museo Ettore Fico, nell’ambito della prima edizione di FO.TO. – Fotografi a Torino, ripercorre la lunga e intensa carriera dell’artista, individuandone i nodi tematici essenziali. Ospite del museo piemontese dal 4 maggio al 29 luglio, la rassegna, frutto del dialogo con la Fondazione Mapfre di Madrid, punta lo sguardo sulle diverse modalità espressive messe in campo da Michals, approdato alla fotografia per hobby, nell’ultima parte degli anni Cinquanta.

La mostra alza il sipario proprio sugli esordi del fotografo, che iniziò a scattare durante una vacanza in Unione Sovietica, per poi trasformare la sua passione in un lavoro e dare il via a una serie di collaborazioni con importanti riviste. Nei decenni successivi Michals mise a punto una galleria di opere passate alla Storia, come i ritratti dei suoi “mentori”, Balthus, René Magritte e Giorgio de Chirico; la serie Empty New York, ispirata al lavoro del fotografo Eugène Atget; le celeberrime sequenze, usate dall’autore per superare i limiti del fermo immagine.

Sempre alla ricerca di nuove tecniche da applicare alla fotografia, Michals diede vita al mix fra scatto e scrittura, ma anche alla sovrapposizione della pittura a olio alla stampa fotografica. Senza dimenticare i recenti cortometraggi, dove le invenzioni formali sono affiancate a riflessioni sulla politica e sulla comunicazione.