Il “viaggio nel tempo” di Ai Weiwei in scena al MuCEM di Marsiglia

18 Giugno 2018


Con Ai Weiwei, Fan-Tan, fino al 12 novembre prossimo, il MuCEM – Musée des civilisations de l’Europe et de la Méditerranée di Marsiglia accende i riflettori sul più celebre artista della Cina contemporanea.
Personalità forte e provocatoria, nota a livello internazionale anche per le azioni di attivismo politico che lo hanno reso un simbolo della lotta per la libertà di espressione, Ai Weiwei è legato alla città francese da uno speciale rapporto. Suo padre, infatti, il grande poeta cinese Ai Qing, scomparso nel 1996,  raggiunse l’Occidente sbarcando proprio a Marsiglia. Correva l’anno 1929 e l’autore approdò sulle banchine di La Joliette, a poche distanza dal luogo nel quale, molto tempo dopo, l’architetto francese Rudy Ricciotti avrebbe edificato il MuCEM.
Una connessione che non è sfuggita all’artista, il quale ha anzi scelto la città francese per un progetto espositivo che intende condurre i visitatori in una sorta di un “viaggio nel tempo”, finalizzato alla riscoperta dell’eredità paterna attraverso la sua arte.

In apertura il prossimo 20 giugno, Ai Weiwei, Fan-Tan analizza la produzione dell’artista cinese sotto una nuova luce, proponendo nuove chiavi di lettura e risonanze. Avvalendosi della curatela di Judith Benhamou-Huet e del progetto di allestimento di Cécile Degos, la mostra si snoda tra una cinquantina di opere di Ai Weiwei poste in parallelo con altrettanti pezzi provenienti dalle collezioni di Mucem.
Chiaro l’obiettivo: sollecitare i visitatori a riflettere su concetti opposti come Oriente e Occidente; originale e copia; arte e artigianato; distruzione e conservazione. Arricchita da due nuovi lavori, nei quali fotografia, scultura e installazione si fondono, Ai Weiwei, Fan-Tan punta soprattutto alla messa in discussione dell’importanza dei più diffusi sistemi di interpretazione.