Ritratto dell’artista contemporaneo, da Baselitz a Warhol

27 Giugno 2018

Wolfgang Wesener Keith Haring, 1986 © Wolfgang Wesener

Da sempre la fotografia è in grado di veicolare una presa diretta sulla realtà, indagandone le sfumature. Lo stesso dicasi per la ritrattistica realizzata attraverso l’obiettivo: un mezzo per porre in risalto precise peculiarità del soggetto immortalato. Muove da questi presupposti la mostra Artist Complex Photographic Portraits from Baselitz to Warhol. Platen Collection, allestita dal 29 giugno al 7 ottobre fra le sale del Berlin’s Museum für Fotografie.

Circa 180 scatti, datati fra il 1917 e il 2000 e appartenenti alla Collezione di Angelika Platen, animano un percorso espositivo incentrato su una triade di temi cardine per la definizione di un artista e del suo operato. Come sottolinea il titolo, la rassegna intende testimoniare le molteplici sfumature che costituiscono la figura dell’artista nel suo complesso, ponendolo di fronte all’obiettivo.

La prima sezione ‒ Persona ‒ esplora le caratteristiche dell’artista nella sua dimensione pubblica ‒ offrendo una carrellata di ritratti in posa con gli “strumenti del mestiere”: basti pensare a George Grosz e Joan Miró, colti nel loro studio. Creativity punta lo sguardo sul processo creativo dell’artista, raffigurato nel vivo dell’azione. Pygmalion, infine, riprende il celebre mito dello scultore come fil rouge tra gli scatti incentrati sugli artisti e le loro opere, emblema di un talento consegnato alla Storia.

Pablo Picasso, Salvador Dalí, Alberto Giacometti, Frida Kahlo, Georgia O’Keeffe, Andy Warhol, Jeff Koons e Marina Abramović sono solo alcuni degli artisti ritratti da fotografi celeberrimi ‒ come Berenice Abbott, Brassaï, Henri Cartier-Bresson ‒ ma anche da autori di istantanee meno conosciute quali Helga Fietz, Hildegard Heise e Jérôme Schlomoff.

[Immagine in apertura: Wolfgang Wesener, Keith Haring, 1986 © Wolfgang Wesener]