I Mondi Paralleli del pittore Sergio Vacchi, amato da Fellini

28 Settembre 2018

Sergio Vacchi, La tribù di Greta Garbo

Al Maestro del cosiddetto “ultimo naturalismo” Palazzo Fava, a Bologna, dedica una monografica a due anni dalla scomparsa. Curata da Marco Meneguzzo e aperta fino al 15 novembre prossimo, Mondi Paralleli ricostruisce cinque decenni di produzioni dell’artista originario di Castenaso, nel bolognese, dove nacque nel 1925.
L’appuntamento, promosso da Fondazione Carisbo e Genus Bononiae. Musei nella Città e organizzato in collaborazione con Fondazione Sergio Vacchi, “non vuole solo restituire alla memoria di Bologna la pittura di uno dei suoi protagonisti più osannati, oggi confinato in un preciso periodo storico, ma vuole proporne una rilettura in chiave non più padana o bolognese, ma internazionale, pensando al suo lavoro come al lavoro di un artista isolato ma di genio, capace di dialogare coi grandi pittori e gli intellettuali della sua epoca, cui non lesinava gli omaggi artistici“, ha precisato lo stesso curatore.

Trasferitosi da Bologna a Roma, Vacchi entrò infatti in contatto con l’ambiente artistico e intellettuale capitolino; divennero suoi amici, tra gli altri, Renato Guttuso, Federico Fellini, Giuliana Calandra, Vittorio De Sica, Goffredo Parise, Paolo Volponi. Nel percorso di visita della mostra diversi sono i ritratti e gli autoritratti inclusi: disposti al secondo piano di Palazzo Fava, testimoniano gli interessi intellettuali di Vacchi, tra cui Bacon, Kafka, Beckett.
Non mancano poi le grandi “narrazioni cicliche”, poste in ideale dialogo con le tele dei Carracci.

Al progetto espositivo è accompagnato anche un catalogo, edito da Skira, comprensivo di saggi critici, tra cui quello di Renato Barilli, e di una testimonianza di Flavio Caroli.

[Immagine in apertura: Sergio Vacchi, La tribù di Greta Garbo. Dibattito intorno alla bellezza, 1998]