L’intervento di Mike Nelson alla Tate Britain di Londra

21 Marzo 2019

Mike Nelson, The Asset Strippers, Tate Britain Commission 2019, installation view, photo by Tate/Matt Greenwood

L’elenco di artisti che si sono aggiudicati l’ambita Tate Britain Commission è denso e altrettanto prestigioso, includendo personalità del calibro di Anthea Hamilton, Cerith Wyn Evans e Pablo Bronstein, chiamati a un confronto con gli ambienti della leggendarie Duveen Galleries, già ospiti degli storici interventi realizzati da Richard Long, Rebecca Horn, Richard Serra e Luciano Fabro.

Quest’anno è toccato a Mike Nelson ricevere il prezioso testimone. È sua, infatti, l’installazione da poco svelata al pubblico nel cuore della londinese Tate Britain, un’opera che affonda le radici nella poetica dell’artista inglese, impegnato da sempre nella messa a punto di lavori al confine tra letteratura, immaginario cinematografico e critica politico-sociale.

Con The Asset Strippers, questo il titolo dell’installazione per la Tate Britain Commission 2019, Nelson ha attinto dai residui dell’attività industriale, accostando pezzi di macchinari destinati all’obsolescenza e provenienti da aziende ormai chiuse, innescando una riflessione sull’attuale stato delle industrie britanniche.

[Immagine in apertura: Mike Nelson, The Asset Strippers, Tate Britain Commission 2019, installation view, photo by Tate/Matt Greenwood